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Vercellese

Con il Decreto Ucraina ai risicoltori il rimborso di 71 euro per ettaro

Per far fronte ai rincari

Roma

La trebbia del riso (da archivio)

ROMA. (r.m.) - Sono state 3521 le domande presentate dagli agricoltori delle aree risicole piemontesi e lombarde per il contributo deciso dal governo con il Decreto Ucraina. Il provvedimento varato l’anno scorso stanziava un totale di 15 milioni di euro per far fronte ai rincari derivanti dall’emergenza determinata dal conflitto tra Russia e Ucraina; i destinatari sono i titolari delle imprese agricole che avevano coltivato riso nella campagna scorsa, sostenendo maggiori costi per carburante, gasolio per gli essicatoi, fertilizzanti e concimi chimici.

Agea, l’ente statale che si occupa delle erogazioni in agricoltura, ha pubblicato l’altro giorno la circolare che attesta la quantità di richieste di bonus pervenute e il contributo per ciascun beneficiario: il Fondo per lo sviluppo e il sostegno delle filiere agricole, della pesca e dell’acquacoltura distribuirà ora un rimborso di 71,32 euro per ettaro di risaia coltivata nel 2022. La superficie totale richiesta a premio è di 210.632 ettari, ma la superficie che sarà ammessa all’aiuto sarà di circa 600 ettari in meno.

Alle aziende beneficiarie del Vercellese, Novarese e Lomellina sarà concesso l’aiuto fino all’esaurimento delle risorse disponibili, indipendentemente dagli ettari per cui è stato chiesto il contributo. «È un aiuto parziale per chi l’anno scorso ha subito un aumento record dei prezzi» confermano da Ente nazionale risi, che aveva fornito il supporto tecnico-economico per giustificare il sostegno; «i rincari delle materie prime e dei mezzi per coltivare la terra avevano ulteriormente peggiorato la già difficile situazione provocata dalla straordinaria siccità in Italia del 2022».

Secondo le analisi di Coldiretti, tra le aziende agricole, comprese quelle dedite alla coltivazione del riso, c’era stato un aumento del 170% dei concimi, del 129% del gasolio e fino al 300% delle bollette per l’irrigazione dei campi. I rialzi avevano riguardato l’intera filiera produttiva, dal tetrapack con un incremento del 15% alle etichette.

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