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Crescentino
30 Gennaio 2023 - 19:05
La vittima Marilyn Pera e L’assassino Marco De Frenza
PAVIA. (r.g.) - La Corte d’assise presieduta dal giudice Elena Stoppini ha emesso, nel pomeriggio di venerdì 20 gennaio, la sentenza sull’omicidio della 39enne crescentinese Marilyn Pera, avvenuto in un appartamento di corso Novara a Vigevano il 10 agosto 2021. Marco De Frenza, 60 anni, per il quale la pubblica accusa aveva chiesto l’ergastolo, è stato condannato a 23 anni di carcere.
La corte ha inoltre stabilito un risarcimento di 300mila euro al figlio minorenne della vittima, bambino cresciuto a Mede dove Marylin si era trasferita da diversi anni.
Nell’ultima udienza il sostituto procuratore Alberto Palermo, durante la sua requisitoria, ha ripercorso la vicenda. De Frenza, reo confesso, ha ucciso Marilyn Pera a coltellate al culmine di un litigio. Il delitto era stato scoperto solo il giorno successivo: l’uomo, infatti, era rimasto con il cadavere della vittima in casa per diverse ore.
Un omicidio per cui De Frenza non avrebbe mostrato pentimento, anche negli interrogatori e durante la detenzione. Per questo il procuratore Alberto Palermo ha chiesto l’ergastolo con l’accusa di omicidio volontario aggravato dai futili motivi. Secondo le ricostruzioni delle forze dell’ordine, infatti, Marylin Pera aveva lasciato casa sua a Mede per qualche giorno per passarli con De Frenza. Una relazione alla quale la donna voleva mettere fine, per tornare a Mede dal marito e dal figlio di 11 anni. De Frenza però si era opposto con violenza, arrivando ad uccidere.
La sentenza ha riconosciuto le attenuanti generiche e non l’aggravante della crudeltà. I 23 anni di condanna sono stati contestati dai parenti della vittima, presenti in aula. «Aspettiamo le motivazioni della sentenza per comprendere gli argomenti a sostegno della ritenuta equivalenza tra circostanza» hanno dichiarato gli avvocati della famiglia, Pierpaolo Chiorazzo e Claudia Tonda. «Ritenevamo corretta la richiesta di ergastolo avanzata dal pubblico ministero». De Frenza era difeso dall’avvocata Roberta Cardinetti, che aveva chiesto di evitare l’ergastolo per il suo assistito, alla luce di una confessione e di prove chiare.
Nel procedimento si erano costituiti parte civile il marito della vittima, Fiorenzo Preveato, la mamma Maria Carmela Mezzone, il secondo marito della madre (di fatto patrigno di Marylin) Dario Morana, il fratello e la sorella Aurora e Giuseppe Salvatore Morana e lo zio Massimiliano Mezzone. I parenti saranno risarciti con separato giudizio civile.
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