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IVREA

Le incompiute

Cos'ha fatto l'Amministrazione comunale Sertoli dal 2018 ad oggi?

Le incompiute

Terzo ponte, Ivrea

Oltre le tante promesse fatte e non mantenute l’attuale amministrazione, arrivata al capolinea, verrà ricordata anche per le molte istanze aperte e non chiuse. Vinte un po’ a sorpresa le elezioni nel 2018 e non avendo un programma concreto e sostenibile l’esecutivo ha più volte buttato l’occhio sui programmi delle altre forze politiche in campo. Se copiare buone prassi e buone pratiche dagli altri nell’interesse della collettività è un comportamento da non biasimare si dovrebbe però analizzare come e in che modo queste iniziative siano state elaborate e messe in campo.

Uno dei tanti esempi che si potrebbero fare è la ri-costituzione di quella squadra di manutentori che le precedenti amministrazioni avevano inopinatamente eliminato buttando l’importante tema delle manutenzioni del patrimonio immobiliare pubblico in mano a una società privata il cui scopo non era certo quello di operare in nome del bene comune quanto quello, seppur legittimo, di realizzare profitti economici. Purtroppo questa modalità di esternalizzare al privato servizi che ha sempre gestito il pubblico non è precipua della città di Ivrea, ma fa parte di un largo schieramento politico trasversale che piuttosto di riorganizzare i servizi pubblici in maniera moderna, cercando di renderli efficienti, efficaci ed equi ha preferito demandare a terzi, scaricando le proprie responsabilità, tutti i servizi possibili e immaginabili. E così nel giro di pochi decenni ci siamo trovati servizi pubblici, che erano un fiore all’occhiello della pubblica amministrazione, depotenziati, svuotati, destrutturati, resi inefficienti con il chiaro intento di poterli esternalizzare.

Stefano Sertoli, sindaco di Ivrea

 

Sanità, istruzione, rete elettrica, telecomunicazioni, grandi infrastrutture viarie e ferroviarie sono solo alcuni dei servizi più importanti che sono stati “regalati” al privato e con i quali oggi ci dobbiamo confrontare tra disagi, inefficienza, incompetenza, costi elevati, mancanza di tutele nei confronti delle fasce deboli, disuguaglianza di trattamento in base alla disponibilità economica.

Tornando però alla questioni nostrane se l’aver ricostituito un servizio manutentivo, anche se ridotto ai minimi termini e con scarse dotazioni,  è stata una iniziativa lodevole va detto che in seguito è stato abbandonato a sé stesso senza costruirgli intorno un’adeguata struttura e organizzazione secondo un piano di crescita e di miglioramento nel tempo. Ecco che la buca in un marciapiede, tanto per rendere l’idea, se non viene chiusa e sistemata nell’immediato si allargherà e se ne creeranno delle altre così che la nostra mini squadra di manutentori non sarà in grado di risolvere il problema che verrà nuovamente affidato, magari con tempi biblici, a una ditta esterna.

Quello sopra è solo un degli innumerevoli esempi di cose non fatte, fatte male o procrastinate nel tempo come i lavori “urgenti” per la messa in sicurezza del ponte XXV aprile. Quando scoppiò il caso l’amministrazione  comunale promise un rapido intervento con tanto di accantonamento a bilancio dei fondi almeno per una prima parte di lavori, ma poi, fatto salve alcune opere minimali il grosso del lavoro rimane tutto da fare e sarà un problema del quale si dovrà occupare la prossima amministrazione.

Per certi aspetti peggio delle cose non fatte risultano però, a nostro modo di vedere, le opere iniziate e non finite o quelle finanziate e mai iniziate che magari non risultano essere prioritarie in un’ottica complessiva di rigenerazione e riqualificazione urbana, ma che qualcuno dovrà portare avanti. Riguardo il tema delle “incompiute” c’è poi la grossa incognita del PNRR per il quale non sono ancora chiari i progetti finanziati e nulla si sa sui tempi di inizio lavori, durata del cantiere e ultimazione degli stessi.

Anche tutti questi lavori cadranno sulle spalle della prossima amministrazione che quindi avrà le mani legate per ciò che riguarda le opere pubbliche dovendo preoccuparsi di gestire  e cofinanziare, in alcuni casi, progetti che non sono prioritari rispetto alle necessità della città. E’ così che di opere importanti come la biblioteca e l’area mercatale, delle qui si parla da anni se non decenni, è sparita ogni traccia. Eppure a stare ai proclami e alle promesse dell’attuale maggioranza  si sarebbero dovute realizzare in tempi rapidi come anche un fantasmagorico palazzetto dello sport; tutte opere per le quali in cinque anni non sono stati nemmeno realizzati i progetti, altro che inizio lavori.

L’impalpabilità dell’esecutivo Sertoli si è evidenziata anche riguardo le opere di enti superiori e quindi extra comunali per le quali si sarebbe solamente dovuta portare avanti, ma con decisione, una condivisione dei progetti e un monitoraggio continuo e costante del loro stato di avanzamento. Un esempio è l’elettrificazione della ferrovia, progetto del quale si parla da anni, ma si è saputo poco o nulla fino alla comunicazione del 23 dicembre dell’approvazione di un progetto che non è stato discusso con nessuno e del quale i cittadini non sanno assolutamente nulla. Ennesima occasione persa per far  sentire la voce della città riguardo un servizio ferroviario indecente e non degno di un Paese civile. 

Nonostante la continua richiesta di notizie da parte delle forze di minoranza e la mozione approvata all’unanimità dal Consiglio Comunale, sulle criticità relative all’innalzamento della galleria ferroviaria, ancora non si sono visti:

Nonostante la continua richiesta di notizie da parte delle forze di minoranza e la mozione approvata all’unanimità dal Consiglio Comunale, sulle criticità relative all’innalzamento della galleria ferroviaria, ancora non si sono visti: un progetto definitivo, un crono programma dei lavori, quali siano le opere di compensazione e come verrà risolto il problema, già esistente in tempi normali, della caotica viabilità cittadina nonostante si parli di un cantiere che potrebbe durare un anno e mezzo.

Le istanze aperte sono molte, ma invece di preoccuparsi responsabilmente di chiuderle, per non  lasciare un’eredità troppo pesante a chi verrà, qualcuno dell’attuale giunta sembra piuttosto impegnato a ricercare facile consenso con operazioni discutibili che non si possono lasciar passare sotto traccia.

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