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Cronaca

Torino, in 400 alla fiaccolata per l’imam Shahin: esplode la protesta contro l’espulsione

Corteo da piazza Castello con striscioni e fiaccole per contestare l’espulsione del religioso di via Saluzzo

Torino, in 400 alla fiaccolata per l’imam Shahin

Torino, in 400 alla fiaccolata per l’imam Shahin: esplode la protesta contro l’espulsione (foto di repertorio)

A Torino, nel tardo pomeriggio, circa quattrocento persone hanno attraversato il centro cittadino chiedendo la liberazione dell’imam Mohamed Shahin, espulso nei giorni scorsi perché considerato dalle autorità «una minaccia concreta, attuale e grave per la sicurezza dello Stato». La manifestazione è partita da piazza Castello e si è mossa verso via Pietro Micca, componendo una lunga fiaccolata guidata da uno striscione che riportava la scritta “Free Shahin – Nobody Deported for Supporting Palestine”. Per tutto il tragitto i partecipanti hanno scandito in coro «Free free Shahin», il messaggio diventato il simbolo della protesta.

La fiaccolata è stata convocata in solidarietà con l’imam quarantasettenne, originario dell’Egitto e residente in Italia da vent’anni, punto di riferimento della moschea di via Saluzzo, nel quartiere di San Salvario. L’espulsione, eseguita sulla base di valutazioni della polizia di sicurezza, ha trasformato in poche ore la vicenda in un caso politico nazionale, con le opposizioni che chiedono al governo di sospendere l’iter e di chiarire le motivazioni del provvedimento.

Shahin si trova attualmente nel Cpr di Caltanissetta, dove attende l’esito del trasferimento verso l’Egitto. Secondo quanto riferito dai suoi sostenitori, il rientro nel Paese d’origine lo esporrebbe a un rischio elevato a causa della sua posizione di oppositore del presidente Al Sisi. Per questo è stata presentata una domanda di protezione internazionale, che potrebbe incidere sui tempi e sulle modalità del rimpatrio.

Nel corso della fiaccolata, tra i partecipanti sono circolati appelli e materiali informativi diffusi nelle ultime ore online, nei quali si ribadisce la richiesta di sospendere la procedura di espulsione. Diverse realtà cittadine hanno aderito alla mobilitazione, sottolineando il legame di Shahin con la comunità locale e la sua lunga permanenza in città. Un racconto che si sovrappone, senza contraddirle, alle valutazioni ufficiali, ma che pone l’accento sulla necessità – evidenziata dai manifestanti – di garantire un esame approfondito dell’intera vicenda.

Il corteo ha attraversato le vie principali del centro senza incidenti, accompagnato da fiaccole, cartelli e slogan che hanno attirato l’attenzione di numerosi passanti. Le richieste principali emerse nel corso dell’iniziativa riguardano la sospensione dell’espulsione, la valutazione della domanda di protezione e la trasparenza degli atti che hanno portato al decreto di allontanamento. Nel frattempo, le adesioni alla mobilitazione stanno crescendo: sui profili social delle realtà organizzatrici vengono annunciate nuove iniziative nei prossimi giorni.

La vicenda resta aperta e oggetto di confronto istituzionale. Il futuro dell’imam, ora nel Cpr della Sicilia, dipenderà dagli sviluppi amministrativi e dall’esito dei ricorsi. A Torino, intanto, la protesta di oggi rappresenta il primo momento pubblico di un movimento che potrebbe allargarsi nelle prossime settimane, mentre il caso continua a intrecciare sicurezza, diritti e politica estera.

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