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Cronaca

Ronde e video contro gli stranieri: sequestrati i profili social di un uomo di Torino

Si indaga per istigazione a delinquere e usurpazione di funzioni. Nei video l’invito a organizzare pattugliamenti e azioni punitive

Ronde e video contro gli stranieri: sequestrati i profili social di un uomo di Torino

Ronde e video contro gli stranieri: sequestrati i profili social di un uomo di Torino (immagine di repertorio)

La Polizia di Stato della Questura di Torino ha eseguito oggi un decreto di sequestro preventivo nei confronti dei profili social, seguiti da migliaia di utenti, utilizzati da un uomo che pubblicava video in cui commentava episodi di cronaca riguardanti azioni delittuose attribuite a cittadini stranieri. Nei contenuti l’indagato sosteneva la necessità di organizzare “ronde”, pubblicizzando pattugliamenti spontanei realizzati in provincia di Torino e in altre città italiane.

Il provvedimento rientra in un’attività di indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Torino e riguarda le ipotesi di reato di istigazione a delinquere e usurpazione di funzioni pubbliche, contestate per la pubblicazione dei video e per l’attività di pattugliamento non autorizzato presentata come una forma di tutela della sicurezza.

La Polizia ricorda che l’uomo era già stato sottoposto a perquisizione domiciliare nell’ambito della stessa indagine, dopo aver effettuato ronde nei quartieri periferici della città con l’obiettivo dichiarato di allontanare persone ritenute dedite allo spaccio. Secondo quanto documentato dagli investigatori, alcune azioni sarebbero degenerate in aggressioni fisiche, con un rischio concreto per l’incolumità sia dei destinatari sia degli stessi autori dei comportamenti violenti.

Il caso rilancia il tema delicato delle iniziative di “giustizia fai-da-te”, che tendono a sovrapporsi ai compiti delle forze dell’ordine generando dinamiche potenzialmente pericolose. Ed è proprio su questo punto che si concentra l’ipotesi di usurpazione di funzioni pubbliche, contestata per aver presentato come attività di sicurezza interventi non autorizzati e condotti da privati cittadini.

La Questura sottolinea che il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e che gli indagati si considerano non colpevoli fino alla sentenza definitiva. Le attività investigative proseguiranno per ricostruire nel dettaglio la rete di comportamenti documentati sui social e durante le ronde svolte sul territorio.

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