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Cronaca

Non Una Di Meno in corteo: traffico deviato e metro interrotta a Torino

In duemila da Porta Nuova a Marconi per la manifestazione del 25 novembre

Non Una Di Meno in corteo

Non Una Di Meno in corteo: traffico deviato e metro interrotta a Torino

Il corteo è partito quando era già buio, poco dopo le 18.30, dal giardino antistante la stazione di Porta Nuova a Torino. In una giornata simbolica come il 25 novembre, Non Una Di Meno ha portato in strada circa duemila persone per denunciare la violenza maschile sulle donne e le molte forme di discriminazione ancora radicate nella società. Una manifestazione densa, rumorosa, attraversata da slogan, tamburi e cartelli che hanno accompagnato l’intero percorso verso la zona di Marconi.

Il momento più delicato si è registrato proprio all’arrivo in stazione metro Marconi, dove un centinaio di manifestanti è sceso lungo le scale e ha raggiunto la banchina, bloccando temporaneamente la circolazione dei convogli. L’interruzione è durata alcuni minuti, quanto necessario alle attiviste per esporre cartelli e slogan prima di risalire in superficie. La presenza del corteo ha comportato anche la deviazione dei mezzi pubblici di superficie lungo le vie interessate dal passaggio.

Le partecipanti hanno sfilato con cartelli che riprendevano slogan storici e contestuali: «Lo stupratore non è malato ma figlio sano del patriarcato», «Siamo le nipoti delle streghe che non avete bruciato». In testa al corteo campeggiava un grande striscione con la frase di Cristina Torres-Cáceres: «Se domani tocca a me voglio essere l’ultima», una delle citazioni più usate nelle mobilitazioni contro i femminicidi.

Accanto ai messaggi contro la violenza di genere sono comparsi anche slogan su altri temi che il movimento considera connessi al contesto politico e sociale attuale. Durante il percorso sono stati esposti cartelli contro l’espulsione dell’imam della moschea di via Saluzzo, presente in Italia da vent’anni, ritratto su uno dei pannelli portati in corteo. Le attiviste hanno scandito cori in sua solidarietà: «Free Shahin, nobody deported for supporting Palestine».

Molti dei cartelli richiamavano i messaggi centrali del movimento: «Ama il micio, odia il macio», «Contro guerra e patriarcato blocchiamo tutto, mai più zitte, mai più sole». Altri, più diretti, davano indicazioni di supporto alle vittime: «Chiama il 1522», il numero nazionale antiviolenza e stalking.

Il corteo si è mosso lentamente per tutta la serata, con una partecipazione molto eterogenea: gruppi femministi, studentesse, collettivi di quartiere, attiviste storiche, giovani alla prima manifestazione. La mobilitazione ha attraversato il centro cittadino sotto lo sguardo delle forze dell’ordine che hanno monitorato la situazione, soprattutto in prossimità della stazione metro e nei punti di maggior concentrazione delle partecipanti.

La manifestazione si è conclusa senza tensioni, lasciando il traffico a riprendere gradualmente la circolazione ordinaria. La giornata torinese ha confermato ancora una volta la capacità di Non Una Di Meno di portare in strada un numero consistente di persone e di utilizzare azioni simboliche per tenere alta l’attenzione sul tema della violenza contro le donne.

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