Cerca

Cronaca

Troupe di Rete 4 assalita a Torino: per gli inquirenti è Don Alì l’uomo con la mazza chiodata che ha colpito l’auto dei giornalisti

Le immagini, i tatuaggi riconosciuti e un reel pubblicato sui social: gli investigatori leggono la mossa del tiktoker come una rivendicazione indiretta

Arrestato Don Alì

Arrestato Don Alì

Per gli inquirenti non ci sono molti dubbi: Said Alì, 24 anni, conosciuto online come Don Alì, sarebbe l’autore dell’aggressione contro la troupe della trasmissione Dritto e Rovescio di Rete 4 avvenuta l’11 novembre a Torino. La ricostruzione emerge all’indomani del suo arresto da parte della Squadra Mobile, che lo ha fermato per atti persecutori nei confronti di un insegnante, la stessa vicenda per la quale i giornalisti erano arrivati a cercarlo.

Quel pomeriggio la troupe si era recata in corso Novara, tra Aurora e Barriera di Milano, per intervistarlo sulla denuncia del docente. Poco dopo l’arrivo, una persona con il volto coperto si era avvicinata armata di mazza chiodata, colpendo più volte il veicolo della produzione. Il lunotto posteriore era stato mandato in frantumi, mentre il parabrezza anteriore aveva riportato danni evidenti. Durante l’attacco, l’aggressore aveva urlato «Non fatevi mai più vedere», prima di dileguarsi.

Secondo gli investigatori, diversi elementi collegherebbero quella figura a Said Alì. La descrizione fornita dai testimoni coincide con la sua corporatura, ma soprattutto risultano determinanti i tatuaggi sul dorso delle mani, riconoscibili anche attraverso i guanti parzialmente rotti indossati dall’uomo ripreso nell’azione. Un addetto alla sicurezza della troupe ha inoltre riferito di aver visto il 24enne aggirarsi intorno all’auto pochi istanti prima dell’aggressione.

Visualizza questo post su Instagram

Un post condiviso da Giornale La Voce (@giornalelavoce)

A rafforzare i sospetti è anche un contenuto pubblicato sui social pochi giorni dopo. Il 15 novembre, Don Alì aveva condiviso un reel dedicato al servizio di Rete 4, accompagnato dalla frase «Batman in giro per Barriera di Milano. Fate girare!». Gli inquirenti interpretano quella scelta come una rivendicazione indiretta, un modo per alludere all’episodio e cavalcare la popolarità suscitata dal servizio televisivo.

Il quadro d’indagine, ora nelle mani della Procura, ruota attorno a questi elementi: testimonianze, riconoscimenti visivi, abitudini del giovane e la sua stessa attività online. Un intreccio tra strada e social che, secondo gli investigatori, delinea il profilo di un ragazzo che alterna provocazioni pubbliche e comportamenti violenti, fino all’attacco contro la troupe.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori