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Cronaca

Il “re dei maranza” pubblica video di minacce con una bambina inquadrata: bufera su Don Alì

Il filmato diffuso sui social mostra l’uomo che accerchia un padre con la figlia e lo minaccia: oltre 2000 condivisioni, l’intervento dell’influencer Riccardo Maria Bruno

Giustizia fai-da-te sui social: a Torino il “re dei maranza” filma un padre e la figlia

Giustizia fai-da-te sui social: a Torino il “re dei maranza” filma un padre e la figlia

Un nuovo episodio di violenza sui social scuote la rete e solleva polemiche. Protagonista è Don Alì, noto sui social come “il re dei maranza di Torino”, autore di un video che ha provocato sdegno e indignazione. Nel filmato, pubblicato e diffuso su diverse piattaforme, si vede il giovane insieme ad altri due ragazzi mentre accerchiano un uomo, accusandolo di maltrattare bambini, e lo minacciano apertamente davanti alla figlia piccola, visibilmente impaurita.

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Nel video, Don Alì indossa una tuta nera e si avvicina all’uomo, identificato come un maestro, mentre un amico riprende la scena con il telefono. La figlia dell’uomo, una bambina, è accanto a lui e si stringe alla sua gamba, spaventata. «La prossima volta che ci viene riferito che fai il bullo e maltratti un bambino, questo video diventerà pubblico», dice Don Alì rivolgendosi al padre.

Ma, contrariamente alle sue parole, il video viene pubblicato immediatamente, diventando virale nel giro di poche ore: oltre cinquemila “mi piace”, più di seicento commenti e duemila condivisioni. Il profilo di Don Alì conta oltre 217mila follower, e la diffusione del video — in cui è inquadrata anche la bambina — ha scatenato una valanga di critiche per la violazione della privacy della minore e per il tono intimidatorio delle immagini.

Il caso è stato rilanciato da Riccardo Maria Bruno, influencer con un ampio seguito, che ha condiviso il filmato dopo aver censurato il volto della piccola. Nel suo post, ha chiesto pubblicamente l’intervento delle forze dell’ordine: «Ma le forze dell’ordine non dovrebbero attenzionare questi elementi? Fa vedere anche la bambina».

Bruno ha taggato sotto il video i profili ufficiali dell’Arma dei Carabinieri e della Polizia di Stato, chiedendo che si verifichino eventuali condotte penalmente rilevanti da parte del gruppo di Don Alì, noto per i contenuti aggressivi e provocatori diffusi da tempo sulle piattaforme social.

L’episodio ha acceso un acceso dibattito sul confine tra uso dei social media e istigazione alla violenza, ma anche sull’esposizione dei minori in contenuti pubblici diffusi online senza consenso. Intanto, il video continua a circolare, diventando il simbolo di una deriva digitale sempre più difficile da controllare.

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