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Cronaca

Indagine sulla nomina di Mauro Gola alla Fondazione Crc: si va verso l’archiviazione

Gli inquirenti escludono illeciti nelle procedure di designazione dopo mesi di verifiche

Indagine sulla nomina di Mauro Gola alla Fondazione Crc: si va verso l’archiviazione

Indagine sulla nomina di Mauro Gola alla Fondazione Crc: si va verso l’archiviazione

L’indagine aperta nei mesi scorsi dalla procura di Cuneo sulla nomina di Mauro Gola alla presidenza della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo si avvia verso l’archiviazione. A confermarlo sono fonti investigative, secondo cui gli accertamenti effettuati non avrebbero rilevato irregolarità nelle procedure che hanno portato all’elezione del presidente. Una conclusione che arriva dopo mesi di lavoro, controlli documentali e analisi dei passaggi formali relativi alle designazioni degli enti coinvolti.

L’attività aveva preso corpo a marzo, quando la Guardia di Finanza aveva eseguito perquisizioni negli uffici della Fondazione e nel Comune di Dronero, l’ente che aveva designato Gola in Consiglio Generale nel marzo 2024. L’attenzione degli investigatori si era concentrata sulla compatibilità degli incarichi ricoperti dall’imprenditore in quel periodo: Gola, infatti, era presidente della Camera di Commercio di Cuneo e, contemporaneamente, figura designata alla guida della Fondazione Crc. Una circostanza che aveva alimentato discussioni anche in sede politica e aveva dato vita a un acceso dibattito pubblico.

Gli inquirenti, tuttavia, dopo mesi di approfondimenti, ritengono che non sussistano gli estremi di reato né elementi che possano far ipotizzare irregolarità nella procedura di designazione o di nomina. Un’indicazione chiara che apre la strada all’archiviazione, salvo eventuali opposizioni nei tempi previsti dalla legge.

Dalla Fondazione Crc, interpellata sulla possibile conclusione del caso, trapela una linea di massimo riserbo. Il presidente Gola, 58 anni, già alla guida di Confindustria Cuneo, non ha rilasciato dichiarazioni, mantenendo la stessa posizione adottata fin dall’inizio dell’indagine.

La vicenda, che aveva acceso i riflettori sul sistema delle designazioni all’interno degli enti partecipati e sulle dinamiche che regolano i rapporti tra istituzioni locali e fondazioni bancarie, sembra dunque destinata a chiudersi senza ulteriori strascichi giudiziari. Un esito che ridimensiona le polemiche degli ultimi mesi e restituisce serenità a un’istituzione chiamata nei prossimi anni a gestire risorse e progetti strategici per il territorio cuneese.

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