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Cronaca

Gaza: Gap a Mattarella, si indaghi su italiani nelle Idf

Una lettera aperta invita il Capo dello Stato a sollecitare accertamenti giudiziari e a richiamare governo e ministri ai doveri della Convenzione sul genocidio

Gaza: Gap a Mattarella

Gaza: Gap a Mattarella, si indaghi su italiani nelle Idf

L’appello arriva da Torino, ma punta al Quirinale. Il comitato Gap – Giuristi e Avvocati per la Palestina ha indirizzato una lettera aperta al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, chiedendogli di “sollecitare l’apertura di accertamenti giudiziari” nei confronti di cittadini italiani – o con doppia cittadinanza italo-israeliana – che abbiano prestato servizio nelle IDF, l’esercito israeliano, dopo il 7 ottobre 2023. L’obiettivo è verificare l’eventuale coinvolgimento in condotte che il comitato definisce riconducibili al “genocidio” della popolazione palestinese.

L’iniziativa prende forma dopo il discorso che Mattarella ha tenuto il 16 novembre al Parlamento tedesco, un intervento che secondo i giuristi contiene “parole di straordinaria nettezza” sul rispetto del diritto internazionale umanitario. Nella lettera, il Gap cita direttamente il Capo dello Stato quando afferma che nessuna “circostanza eccezionale può giustificare l’ingiustificabile” e che la perdita di distinzione tra civili e combattenti “colpisce al cuore il principio di umanità”. Un richiamo, spiegano i firmatari, che non può restare solo morale, ma deve tradursi in iniziative concrete.

Il comitato ricorda che l’Italia ha sottoscritto la Convenzione del 1948 sul genocidio, trasformandola nel 1967 in una norma penale interna punita con l’ergastolo, e che riconosce la giurisdizione della Corte Penale Internazionale. Per questo, sostengono i giuristi, il nostro Paese “non può limitarsi a un’equidistanza politica o a una neutralità morale”. Al contrario, avrebbe il “dovere” di non concorrere in alcun modo a possibili crimini internazionali, attraverso forniture militari, cooperazione tecnologica, intelligence o sostegni diplomatici, e quello di prevenirli e reprimerli se a essere coinvolti sono soggetti sottoposti alla giurisdizione italiana.

La lettera entra nel merito delle richieste: Mattarella dovrebbe valutare la possibilità di sollecitare i ministri competenti – Giustizia, Esteri, Difesa e Interno – affinché raccolgano e trasmettano alle procure italiane i dati relativi ai cittadini coinvolti nelle operazioni militari israeliane successive al 7 ottobre. Un passaggio necessario, secondo il Gap, per garantire che la magistratura disponga di tutte le informazioni e dei canali di cooperazione utili ad avviare eventuali indagini.

Oltre al piano giudiziario, i giuristi chiedono al Presidente di richiamare governo e Parlamento alle responsabilità derivanti dal diritto internazionale, sottolineando che l’Italia non può sottrarsi agli impegni assunti in materia di protezione dei civili nei conflitti armati. Nella loro lettura, la guerra nella Striscia di Gaza e la crescente quota di vittime civili impongono non solo prese di posizione, ma azioni istituzionali tangibili.

La lettera aperta, di taglio giuridico ma dal contenuto fortemente politico, riporta il tema al centro del dibattito italiano proprio mentre il conflitto mediorientale continua a scuotere la diplomazia internazionale. Nei passaggi finali, il Gap insiste sulla necessità che l’Italia contribuisca “attivamente” alla repressione di eventuali crimini, richiamando ancora una volta Mattarella alle parole pronunciate a Berlino: condotte di questo tipo “non possono rimanere ignorate e impunite”.

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