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Cronaca

Evaso 17enne dal carcere minorile Ferrante Aporti di Torino

Fuga dal campo sportivo lato Sisport, OSAPP attacca i vertici: “Situazione insostenibile, responsabilità politiche evidenti”

Evaso 17enne dal carcere

Evaso 17enne dal carcere minorile Ferrante Aporti di Torino

Nel tardo pomeriggio di ieri, un detenuto marocchino di 17 anni, imputato per tentato omicidio, è riuscito a fuggire dal carcere minorile Ferrante Aporti di Torino, scavalcando il muro del campo sportivo sul lato Sisport. La fuga, avvenuta in pochi secondi, ha immediatamente attivato il protocollo d’emergenza e le ricerche sono tuttora in corso, con pattuglie impegnate lungo le zone limitrofe e controlli intensificati nelle principali aree di transito della periferia torinese.

L’episodio non è soltanto un fatto di cronaca giudiziaria. È l’ennesimo detonatore di una tensione che da mesi attraversa gli istituti minorili italiani, dove la carenza di organico della Polizia Penitenziaria ha raggiunto livelli considerati critici dagli stessi operatori del settore. Il Ferrante Aporti, in particolare, si trova a operare con almeno 20 unità in meno, una voragine organizzativa aggravata dal recente trasferimento di parte del personale verso i nuovi istituti di L’Aquila e Lecce, destinati ad aprire entro la fine dell’anno.

Secondo OSAPP, il sindacato autonomo di polizia penitenziaria, la gestione centrale del personale sarebbe ormai ridotta a un “gioco delle tre carte”, con agenti spostati da una parte all’altra d’Italia senza un piano complessivo, lasciando scoperti proprio gli istituti già più fragili. La denuncia è ricorrente e ha trovato nel caso di ieri un nuovo terreno di amplificazione. Gli agenti, infatti, lavorano in turni isolati, con sezioni sovraffollate e più di 50 minori detenuti in un complesso che, nelle parole del sindacato, è “riempito a tappo”.

Le critiche non risparmiano i vertici romani della Giustizia minorile, accusati di mantenere un “silenzio assordante” di fronte al peggioramento delle condizioni operative. Non è un caso che OSAPP abbia già richiesto in passato le dimissioni del capo dipartimento Antonio Sangermano, richiesta che oggi viene nuovamente rilanciata con forza. Nel mirino anche il sottosegretario Ostellari, a cui il sindacato chiede un intervento “concreto, non fatto di slogan”.

A rendere ancora più dura la posizione sindacale è il timore che, come accaduto in passato, le responsabilità dell’evasione possano ricadere sugli agenti in servizio. Il riferimento è alla rivolta dell’agosto 2024, quando alcuni operatori furono coinvolti in procedimenti disciplinari nonostante il quadro di carenze strutturali fosse già noto.

Il segretario generale OSAPP, Leo Beneduci, nel comunicato diffuso ieri sera, non usa mezzi termini. Le sue parole sono un atto d’accusa diretto: «Questa evasione è la conseguenza diretta di scelte politiche e gestionali fallimentari. Da mesi denunciamo una situazione insostenibile, ma continuiamo a essere ignorati. La Polizia Penitenziaria minorile è allo stremo e non può più garantire sicurezza senza organici adeguati. È arrivato il momento che il Governo intervenga con fatti concreti, non con slogan. La responsabilità non può sempre ricadere sugli Agenti, che ogni giorno fanno l’impossibile in condizioni indegne di un sistema che dovrebbe tutelare sia il personale che i minori detenuti.»

Nel frattempo, l’attenzione resta concentrata sulle ricerche del giovane evaso. Secondo le prime ricostruzioni, il 17enne avrebbe approfittato di un momento di transizione tra le attività previste e il rientro in sezione, muovendosi con rapidità verso l’area sportiva, da cui ha scavalcato il muro perimetrale. Un gesto che, pur nella sua semplicità, evidenzia una falla grave nella gestione della sicurezza interna.

La fuga riapre dunque un fronte già caldo: quello della tenuta degli istituti minorili italiani. Strutture concepite per la rieducazione, oggi messe alla prova da sovraffollamento, scarsità di personale e tensioni crescenti. Il Ferrante Aporti non fa eccezione e il caso del 17enne rischia di diventare un simbolo di un sistema vicino al punto di rottura.

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