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Cronaca

Arrestato il rapinatore seriale che ha terrorizzato banche e supermercati

Immagini di videosorveglianza, impronte digitali e travisamenti ripetuti: così gli agenti di Torino hanno identificato il 46enne finito in carcere

Arrestato il rapinatore

Arrestato il rapinatore seriale che ha terrorizzato banche e supermercati

La scia delle rapine che nelle ultime settimane aveva creato tensione tra corso Belgio, San Donato e l’area di piazza Statuto trova oggi un punto di svolta: la polizia ha arrestato un uomo di 46 anni, ritenuto responsabile di tre colpi messi a segno in meno di un mese. Una serie di azioni mirate e portate avanti con un’escalation di violenza che ha spinto la Procura di Torino a chiedere un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, eseguita dagli investigatori della Squadra Mobile, diretta da Davide Corazzini.

L’indagine era iniziata a fine settembre, quando un uomo, armato di coltello, aveva fatto irruzione in un istituto bancario di corso Belgio. In pochi minuti aveva minacciato i dipendenti e si era fatto consegnare 570 euro, fuggendo prima dell’arrivo delle pattuglie. Un episodio che aveva colpito la zona, tanto per la violenza quanto per la rapidità dell’azione. Ma non è stato un caso isolato: il giorno successivo, nella stessa fascia oraria, un uomo parzialmente travisato con cappellino e occhiali da sole aveva rapinato un supermercato nel quartiere San Donato. Questa volta l’arma era una pistola, puntata contro i commessi costretti a consegnare 1.260 euro.

Una settimana più tardi, il terzo colpo. Stessa modalità, stesso travisamento e una pistola impugnata senza esitazione. L’obiettivo era un altro supermercato, in zona piazza Statuto, dove l’uomo avrebbe sottratto 700 euro minacciando e colpendo un cassiere. Per gli investigatori, la sequenza dei colpi cominciava a delineare il profilo di un rapinatore meticoloso, abituato a muoversi con decisione, scevro da esitazioni e pronto a utilizzare la violenza fisica pur di ottenere il denaro.

La svolta nelle indagini è arrivata grazie alla visione prolungata delle immagini di videosorveglianza raccolte nei tre esercizi commerciali. I dettagli apparentemente minimi — un movimento, una postura, un particolare del travisamento — sono diventati cruciali per la Mobile, che ha incrociato le immagini con archivi e segnalazioni pregresse. In parallelo, la polizia scientifica ha analizzato i rilievi eseguiti nei luoghi delle rapine, trovando impronte digitali compatibili con quelle del 46enne. Indizi che, una volta incastrati, hanno costruito un quadro investigativo solido, sufficiente per la richiesta della misura cautelare.

Il rapinatore, secondo la ricostruzione degli agenti, avrebbe agito sempre da solo, scegliendo obiettivi facilmente raggiungibili e vie di fuga conosciute. L’uso alternato di coltello e pistola, il travisamento minimo e il ritmo serrato dei colpi fanno pensare a una pianificazione non improvvisata. Le indagini sono proseguite anche dopo l’identificazione, con accertamenti su eventuali complici e verifiche su altri episodi avvenuti negli ultimi mesi.

L’arresto chiude una fase di grande tensione per i commercianti e i dipendenti delle attività colpite, alcuni dei quali avevano raccontato il terrore vissuto durante quelle giornate. In particolare nell’ultimo episodio, quando il cassiere era stato colpito durante la rapina, la paura aveva alimentato il timore che il rapinatore tornasse a colpire.

Ora l’uomo si trova in carcere, a disposizione dell’autorità giudiziaria. Gli investigatori ritengono che la sequenza dei tre colpi, la modalità di esecuzione e i riscontri tecnici raccolti delineino un quadro accusatorio robusto, anche se restano da chiarire alcuni dettagli sugli spostamenti precedenti e sulle motivazioni che avrebbero spinto il 46enne a questa escalation.

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