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Castellamonte perde Luciano Trione, volto vero e discreto della Croce Rossa

Commozione a Quagliuzzo per l’uomo che ha sostenuto la Cri senza chiedere nulla

Castellamonte saluta Ciano: l’ultimo abbraccio a Luciano Trione, volontario della Croce Rossa

Castellamonte saluta Ciano: l’ultimo abbraccio a Luciano Trione, volontario della Croce Rossa

Castellamonte ha vissuto ore dense di emozione per l’addio a Luciano Trione, 73 anni, per tutti Ciano, una delle figure più amate e rispettate della Croce Rossa cittadina. Venerdì pomeriggio, 14 novembre, la chiesa di Quagliuzzo era colma fino all’ultima panca, segno tangibile di quanto profondo fosse l’affetto che la comunità nutriva per lui. Un saluto composto, intenso, il saluto che si riserva a chi ha speso la vita senza risparmiarsi.

Il suo percorso di volontario è stato lungo una vita intera, fatto di interventi, emergenze, chiamate nel cuore della notte, chilometri percorsi per rispondere dove c’era bisogno. Era una presenza ruvida e buona, come la definiscono i volontari della Cri che ieri avevano gli occhi lucidi. Quel sorriso trattenuto, quella disponibilità costante, quella capacità di intervenire senza mai essere invadente: tutto in Ciano raccontava un carattere saldo e generoso.

Nel Comitato era considerato un pilastro, un punto fermo. Centinaia di interventi alle spalle, turni infiniti, notti che finivano troppo presto o iniziavano troppo tardi, sempre senza una lamentela. Parole poche, azioni moltissime. Anche il presidente del Comitato, Paolo Garnerone, lo ha ricordato come un volontario con la “V” maiuscola, uno di quelli che “non fanno rumore ma tengono in piedi tutto”. Una definizione che in paese è stata ripetuta più volte nelle ultime ore, quasi un testamento condiviso.

Il lutto ha abbracciato l’intera comunità, che si stringe attorno alla moglie Maria Rosa, ai figli Nicoletta con Massimiliano, Mirko, Alessio con Letizia e Valentina, e ai consuoceri Marisa, Raffaele e Carmela. Una famiglia ampia, attraversata da messaggi, strette di mano, abbracci silenziosi, racconti che scorrevano tra i corridoi della Casa Funeraria Pavese come una memoria collettiva che non vuole andare perduta.

Luciano Trione

Giovedì sera il rosario in parrocchia aveva già lasciato un solco profondo di raccoglimento. Ma è stato venerdì, alle 15, che Castellamonte ha compreso la misura di ciò che Ciano rappresentava: una radice, una presenza che non aveva mai voltato le spalle a nessuno. I volontari della Croce Rossa hanno stretto le spalle e trattenuto il fiato mentre il feretro lasciava la chiesa. Un istante sospeso, quasi irreale, come se il tempo avesse deciso di fermarsi per onorare uno dei suoi uomini migliori.

Resta soprattutto la sua lezione più grande: la gentilezza che non ha bisogno di palcoscenici, il coraggio quotidiano che non cerca applausi, la dedizione che si dona e basta. Ciano se n’è andato così come aveva vissuto, con un passo semplice e discreto, lasciando dietro di sé un vuoto che pesa e un esempio che resta, radicato nella memoria di chi l’ha conosciuto e di chi, anche solo per un attimo, ha incrociato la sua strada.

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