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Torneo dei Sindaci in Canavese: si accende il Campionato Italiano di Calcio Balilla (FOTO&VIDEO)

Dalla sfida tra amministratori al torneo dei ragazzi del Dipartimento di Salute Mentale, fino al documentario annunciato per maggio: così il calcio balilla diventa strumento di comunità

Torneo dei Sindaci

Torneo dei Sindaci in Canavese: si accende il Campionato Italiano di Calcio Balilla

In un sabato che il meteo minacciava di rendere anonimo, il 15 novembre Ozegna ha scelto un’altra strada: trasformarsi in un laboratorio di sport, relazioni e identità condivisa. Nel cuore del Campionato Italiano di Calcio Balilla, il Comune guidato dal sindaco Federico Pozzo ha lanciato un esperimento semplice nella forma, ma ambizioso nei contenuti: il primo Torneo dei Sindaci, una sfida che ha portato attorno allo stesso tavolo – in senso più che letterale – amministratori provenienti da tutto il Canavese.

“Sono arrivati con entusiasmo, con spirito di squadra, e hanno dato a questa giornata il cuore che meritava”, ha raccontato il sindaco Pozzo tirando idealmente le somme di un’iniziativa nata per celebrare un pezzo di storia piemontese. Perché il calcio balilla, contrariamente a quanto si pensa, affonda una parte delle sue radici proprio qui, nell’operosa provincia nord-occidentale che lo ha visto crescere nelle officine e nei circoli ricreativi del Dopoguerra.

La presenza dei sindaci e degli amministratori di Agliè, Bairo, Busano, Castellamonte, Rivarolo, Feletto, Lusigliè, Ciconio e Vidracco ha dato al torneo un valore umano prima ancora che sportivo. Nessuna rivalità istituzionale, nessuna distanza politica: solo la voglia di giocare, ridere, collaborare. A prevalere, sul podio finale, è stata Ozegna, seguita dalla Regione Piemonte e da Vidracco, ma la competizione – lo hanno ripetuto in molti – non era davvero la parte più importante.

Al Velodromo Francone o nei palazzetti, il calcio balilla può essere un gioco che richiama schiamazzi e partite infinite; qui, invece, è diventato un motore sociale, un pretesto per mettere insieme mondi e percorsi che, troppo spesso, camminano su binari paralleli. È stato così anche per il momento più intenso della giornata, quello dedicato al torneo dei ragazzi del Dipartimento di Salute Mentale: una parentesi che ha ricordato come lo sport, nella sua forma più pura, possa davvero abbattere barriere, sciogliere timidezze, cambiare percezioni.

Accanto agli amministratori, anche figure del mondo sportivo regionale e nazionale. In prima fila Massimo Ragona, presidente della Federazione, descritto dallo stesso Pozzo come “uno dei pilastri del calcio balilla mondiale”. La sua presenza ha aggiunto peso tecnico e simbolico all’iniziativa, affiancato dal consigliere regionale Sergio Bartoli e dal giovane talento Edoardo La Colla, il “campioncino” che il sindaco non ha esitato a definire un futuro professionista.

Il racconto della giornata non sarebbe completo senza l’omaggio a chi ha condiviso il tavolo da gioco con il primo cittadino. Pozzo ha voluto ringraziare il suo compagno di squadra, Giovanni Graziano Agostino, sottolineandone impegno e carica positiva, l’esempio perfetto dello spirito con cui Ozegna ha scelto di interpretare questa sfida.

E mentre le luci della giornata si spegnevano, è arrivato un annuncio che proietta l’iniziativa oltre i confini comunali e temporali. A maggio, infatti, i campioni italiani e il vincitore del Torneo dei Sindaci salperanno per una crociera durante la quale sarà realizzato un documentario professionale sulla storia del calcio balilla, sulle sue origini piemontesi e sui protagonisti contemporanei. Un progetto che punta a fissare su pellicola non solo i gesti tecnici, ma soprattutto il patrimonio culturale e sociale che questo sport porta con sé.

Per Pozzo, la giornata si chiude con una certezza: “Abbiamo scritto una pagina fatta di sport, inclusione e comunità”. E forse è questa l’immagine che più resterà: un piccolo paese che, partendo da un tavolo di calcio balilla, ha saputo raccontare se stesso, il suo territorio e la sua capacità di fare rete. Una lezione che, nel Canavese, non ha mai smesso di avere valore.

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