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Cronaca
14 Novembre 2025 - 16:36
Docente accerchiato in strada e professoressa colpita da un incendio: aperti due dossier a Torino (immagine di repertorio)
La procura di Torino sta lavorando su due episodi distinti che nelle ultime settimane hanno colpito altrettanti docenti, aprendo una ferita nel rapporto già fragile tra scuola, studenti e contesto sociale. Due fascicoli diversi, nessun collegamento tra i casi, ma un’unica sensazione: la percezione che il ruolo dell’insegnante sia diventato un bersaglio esposto a tensioni, frustrazioni e vendette.
Il primo dossier riguarda un video girato nel quartiere Barriera di Milano, dove un gruppo di giovani ha circondato un insegnante intimandogli, per ragioni ancora da chiarire, di «non maltrattare i bambini». Il filmato, registrato dagli stessi ragazzi, è stato diffuso sui social come una sorta di messa in scena punitiva. Il docente ha poi presentato denuncia, dando il via all’apertura del fascicolo. Le immagini, rimbalzate rapidamente online, restituiscono un clima di ostilità che nulla ha a che vedere con un confronto civile, e che gli investigatori stanno analizzando per ricostruire la dinamica esatta e il contesto che ha portato all’intimidazione.
Il secondo fascicolo è ancora più inquietante: riguarda l’incendio dell’auto di una professoressa di un altro istituto scolastico della città. Qui l’ipotesi investigativa, ancora tutta da verificare, è che si sia trattato di una ritorsione legata a un brutto voto o a un rimprovero. Un modo rozzo e violento di colpire chi svolge una funzione educativa. Le forze dell’ordine hanno già identificato almeno un paio di persone ritenute coinvolte e stanno approfondendo ogni dettaglio, mentre la scuola attende di capire se la matrice sia davvero collegata a dinamiche interne all’istituto.
Su entrambi i fronti, dagli ambienti investigativi trapela massimo riserbo. Nessuna informazione aggiuntiva, nessuna anticipazione che possa interferire con le indagini. Gli inquirenti considerano le due vicende totalmente scollegate, due capitoli autonomi dello stesso problema: la crescente fragilità del ruolo degli insegnanti dentro e fuori le aule.
In una Torino che nelle ultime ore ha vissuto anche le tensioni del No Meloni Day e le polemiche legate ai disordini studenteschi, questi episodi aggiungono un ulteriore livello di inquietudine. Non si tratta di semplici bravate né di “ragazzate”: sono atti che aprono fascicoli penali e che costringono magistratura e forze dell’ordine a misurarsi con forme di intimidazione sempre più diffuse e sempre meno controllabili.
Per i docenti coinvolti resta il peso di un gesto ostile che oltrepassa i confini della scuola. Per la città, la conferma che la scuola non è solo un terreno di conflitto culturale, ma sempre più un luogo dove i rapporti di forza e i linguaggi sociali trovano sfoghi distorti e spesso pericolosi.

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