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Cronaca
13 Novembre 2025 - 16:19
Colf condannata a due anni per furto aggravato: aveva rubato da 69 mila euro da villa (immagine di repertorio)
La ricostruzione giudiziaria è durata mesi e si è conclusa oggi, 13 novembre, con una condanna a due anni di carcere per una donna di 53 anni, ex colf, accusata di aver sottratto borsette e gioielli dal valore complessivo di 69.000 euro dalla villa di un’avvocata torinese che l’aveva assunta da pochi mesi. La pena è stata decisa al termine del processo di primo grado ed è stata sospesa condizionalmente. La donna, difesa dalle avvocate Francesca D’Urzo e Anna Maria Assunta Muscat, dovrà risarcire la vittima, assistita dalla legale Valeria Ceddia. La giudice ha disposto una provvisionale di 25.000 euro, anticipo di un importo più elevato che dovrà essere quantificato in sede civile.
La vicenda è iniziata nel 2023, quando l’avvocata torinese ha iniziato a notare la sparizione di oggetti preziosi dalla propria abitazione. L’elenco della refurtiva restituisce immediatamente la portata del furto: otto borse firmate Louis Vuitton e Fendi, un portafoglio Gucci, un orologio Cartier, un orologio Seiko in oro e argento, una collana con 20 diamantini, 10 anelli d’oro e d’argento con pietre preziose, diversi bracciali e collane in oro, per un totale di oltre venti gioielli trafugati con metodo e continuità.
Secondo quanto emerso, la colf avrebbe agito con estrema circospezione, approfittando dei momenti di assenza della proprietaria. «Gli oggetti erano nascosti in tre punti diversi della casa. Questa colf aveva iniziato a lavorare per me da pochi mesi. Sembrava affidabile. Addirittura, quando non trovavamo più il portafoglio Gucci, lei aveva accompagnato mia figlia a sporgere denuncia. Solo dopo abbiamo scoperto che era lei a rubare, grazie alle telecamere», racconta in aula la vittima, ancora scossa dall’accaduto.
Le telecamere installate nell’abitazione hanno registrato l’elemento decisivo: la donna, al termine del turno, usciva dall’ingresso con in mano sacchi neri dell’immondizia, li depositava in parte nei bidoni e ne caricava altri sulla propria auto. Dentro quei sacchi, come scoperto dagli investigatori, c’erano proprio i beni spariti dalla casa.
Le indagini, coordinate dalla pubblica ministero Eugenia Ghi, hanno accertato che una parte consistente della refurtiva è stata rivenduta su Vinted, dove la donna aveva messo in vendita borse e accessori di lusso. Alcuni gioielli sono invece finiti in due diversi compro oro della cintura torinese. Di altri oggetti si sono perse definitivamente le tracce, nemmeno la perquisizione dell’abitazione dell’imputata ha permesso di recuperarli. «Non credo riuscirò mai a riavere i miei oggetti, che avevano un grande valore affettivo. Spero, almeno, di essere risarcita», aggiunge la vittima con amarezza.
La 53enne, in un interrogatorio durante le indagini, ha ammesso le proprie responsabilità, ma ha scelto di non presentarsi in aula durante il dibattimento. La sua posizione giudiziaria, però, non si esaurisce con il furto ai danni dell’avvocata: è infatti indagata anche per una serie di presunte truffe immobiliari, che avrebbe commesso dopo essere stata licenziata.
Il procedimento civile stabilirà ora l’ammontare definitivo del risarcimento, mentre le indagini sulle presunte truffe proseguono su un binario parallelo. La sentenza di oggi chiude solo il primo capitolo di una vicenda che potrebbe avere ulteriori sviluppi giudiziari.

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