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Cronaca
04 Novembre 2025 - 11:32
Scooter “cannibalizzato” in strada Maddalene: all’alba i residenti trovano solo lo scheletro del mezzo
Un risveglio amaro per i residenti di strada Maddalene 370, a Torino. Nelle prime ore di martedì 4 novembre 2025, davanti al portone del condominio, è comparso lo scheletro di uno scooter, ridotto a una carcassa di ferro, completamente spogliato di ogni componente utile. Una scena muta ma eloquente, che racconta l’ennesimo episodio di furto su commissione, dove il mezzo rubato diventa solo una fonte di pezzi da rivendere nel mercato nero.
Il ritrovamento è avvenuto poco dopo le 7, all’incrocio con via Ghedini e via Moncrivello, in una zona residenziale che nelle ultime settimane era già stata segnalata dai cittadini per movimenti sospetti notturni. Lo scooter è stato smontato con precisione chirurgica: spariti motore, ruote, carene e impianti elettrici. Un’operazione compiuta in poco tempo e con competenza, segno di un’organizzazione esperta. «Un lavoro rapido, pulito e mirato», commentano gli agenti arrivati sul posto.
A intervenire sono state le volanti della Polizia di Stato, che hanno immediatamente delimitato l’area e avviato gli accertamenti. Un dettaglio ha fatto la differenza: la targa del mezzo era rimasta al suo posto. Grazie a quel numero gli agenti sono riusciti in breve a risalire al proprietario, avvisandolo dell’accaduto e consentendogli di avviare la procedura assicurativa. Un gesto minimo, ma prezioso, in un quadro in cui il danno è pressoché totale.

Il furto e la “cannibalizzazione” dello scooter rientrano in una pratica ormai consolidata: smontare i veicoli per alimentare il mercato parallelo dei ricambi, che muove cifre consistenti in tutto il Paese. La logica è sempre la stessa: massimo guadagno e minimo rischio. I ladri prelevano il mezzo, asportano le parti di valore — spesso già “ordinate” da officine compiacenti o acquirenti online — e abbandonano la scocca, irriconoscibile, in un punto isolato.
A Torino, dove le denunce per furti di motocicli sono tornate a crescere nel 2025, il fenomeno si concentra in periferie residenziali e aree semi-industriali, dove è più facile agire senza testimoni. Strada Maddalene, con i suoi accessi multipli e i cortili interni, si presta perfettamente a operazioni rapide: chi ruba ha vie di fuga su più lati, e il rischio di essere notato è minimo.
Ora gli agenti stanno verificando la presenza di telecamere di sorveglianza private e condominiali nelle vie adiacenti, per tentare di ricostruire l’orario esatto in cui lo scooter è stato scaricato e i responsabili si sono dileguati. Restano da chiarire anche le circostanze del furto originario: non è escluso che il mezzo sia stato rubato in un’altra zona della città e portato lì solo per lo smontaggio.
Un appello arriva anche dalle forze dell’ordine: chiunque abbia notato movimenti sospetti o disponga di riprese video tra la notte e l’alba è invitato a segnalarlo. In casi come questo, spiegano gli agenti, la collaborazione dei cittadini può accelerare le indagini e restituire un minimo di fiducia a una comunità che si sente sempre più esposta.
Strada Maddalene oggi è tornata alla sua routine, ma lo scheletro annerito dello scooter — rimosso dopo i rilievi — resta l’emblema di una sicurezza urbana fragile, dove basta una notte perché un furto mirato si trasformi in un simbolo di impotenza collettiva.
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