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Cronaca

Baby gang di Halloween a Moncalieri: una cinquantina di ragazzi organizza una "spedizione punitiva" per uno degli indagati

Si temeva una spedizione punitiva per vendicare il 15enne seviziato a Torino. I carabinieri bloccano tutto prima che la situazione degeneri

Baby gang di Halloween

Baby gang di Halloween, nuova tensione a Moncalieri: una cinquantina di ragazzi davanti alla casa di un indagato

È bastato un tam tam sui social per riaccendere la miccia. A Moncalieri, la sera di lunedì 3 novembre, circa cinquanta ragazzi si sono radunati davanti alla casa di uno dei minorenni indagati per il sequestro e le violenze ai danni del quindicenne torturato nella notte di Halloween a Madonna del Pilone, a Torino. L’incontro, nato come una «protesta spontanea» tra amici del giovane vittima del pestaggio, ha rischiato di trasformarsi in una spedizione punitiva. Solo l’intervento tempestivo dei carabinieri, giunti con diverse pattuglie e posizionatisi in cordone davanti all’abitazione, ha evitato che la tensione esplodesse in una nuova ondata di violenza.

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, il gruppo si era dato appuntamento attraverso chat e gruppi social, invitando altri coetanei ad «andare a prendere» uno dei componenti della baby gang coinvolta nel caso. Alcuni dei presenti, giunti anche da Torino, sono arrivati sul posto con il chiaro intento di farsi giustizia da soli. Le forze dell’ordine, già allertate per possibili ritorsioni dopo l’episodio di Halloween, sono intervenute in tempo, disperdendo i ragazzi e ripristinando la calma senza incidenti.

L’episodio ha scosso nuovamente una città già provata da quanto accaduto pochi giorni fa. La notte di Halloween, un quindicenne era stato sequestrato, picchiato e seviziato per ore da un gruppo di coetanei, in una casa nel quartiere torinese di Madonna del Pilone. Il caso, sul quale indaga la Procura per i Minorenni di Torino, ha suscitato un’ondata di indignazione e sgomento, alimentata anche dalle parole della madre della vittima, che in una lettera pubblica aveva denunciato «l’impensabile subito da suo figlio» e l’ingiustificabile violenza dei responsabili.

A Moncalieri, la tensione resta alta. Le indagini dei carabinieri stanno accertando chi abbia organizzato il raduno, se ci siano state minacce o incitamenti alla violenza nei messaggi diffusi online. Al momento non risultano denunce, ma l’allerta è massima. «Non possiamo permettere che la rabbia si trasformi in giustizia sommaria», spiegano fonti investigative, sottolineando come l’onda emotiva seguita al caso di Halloween rischi di travolgere i confini tra solidarietà e vendetta.

Nel frattempo, il ragazzo vittima delle sevizie continua il suo percorso di recupero, circondato dall’affetto della famiglia e dei compagni di scuola. Sulla vicenda, che ha riportato al centro dell’attenzione il tema della violenza giovanile, la Procura dei Minorenni procede con estrema cautela: gli indagati, tutti molto giovani, rischiano l’imputazione per sequestro di persona e lesioni aggravate.

Il caso di Moncalieri mostra però un’altra faccia della stessa emergenza: quella di una comunità che, pur indignata e ferita, deve trovare la forza di reagire senza cadere nella spirale dell’odio. Solo l’intervento delle forze dell’ordine ha impedito che una tragedia ne generasse un’altra.

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