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Cronaca
04 Novembre 2025 - 09:47
												Furto di marmitte ai camion della raccolta rifiuti: caos nei servizi del Ciriacese
Un furto mirato, silenzioso e devastante nei suoi effetti quotidiani. A Ciriè e nei Comuni limitrofi, i ladri di marmitte sono tornati in azione colpendo i mezzi del Consorzio Cisa, che gestisce la raccolta dei rifiuti e l’igiene ambientale in oltre trenta centri del Ciriacese. Un colpo apparentemente tecnico, ma capace di mandare in tilt per giorni la macchina della nettezza urbana e di creare disagi diffusi ai cittadini.
I malviventi, probabilmente una banda organizzata, hanno smontato diverse marmitte catalitiche dai camion utilizzati per la raccolta, agendo di notte nei depositi o nelle aree di sosta dei mezzi. Un’azione tanto rapida quanto redditizia: i catalizzatori contengono metalli rari e preziosi, come platino, palladio e rodio, materiali che sul mercato nero possono fruttare fino a 200 euro l’uno. Per questo motivo, in tutta Italia — e anche nel Torinese — i furti di marmitte sono diventati un fenomeno sempre più diffuso e difficile da contrastare.
A darne notizia è stato il presidente del Consorzio Cisa, Mario Burocco, che ha spiegato come il furto abbia provocato ritardi nella raccolta e disservizi in diversi Comuni. “Nei primi giorni di ottobre — ha dichiarato — alcuni mezzi della cooperativa incaricata sono stati danneggiati a seguito del furto delle marmitte catalitiche. Questo ha reso impossibile garantire la regolare raccolta per alcuni giorni, fino al primo intervento di recupero effettuato il 10 ottobre”.

L’attacco non ha solo un costo economico — legato alla sostituzione dei pezzi e alla riparazione dei veicoli — ma ha colpito il cuore operativo del servizio, rallentando la raccolta dei rifiuti e di altri materiali come gli indumenti usati, il cui conferimento ha subito notevoli ritardi. Negli ultimi giorni, infatti, in diversi punti del Ciriacese sono comparsi cassonetti gialli stracolmi, sacchi abbandonati a terra e segnalazioni di cittadini infastiditi dal disservizio.
Il furto dei catalizzatori è un fenomeno che negli ultimi anni ha assunto dimensioni sempre più allarmanti. Le bande agiscono spesso su commissione, individuando i mezzi di interesse — in particolare furgoni, camion e veicoli ibridi — per smontare in pochi minuti i dispositivi, rivendendoli poi a ricettatori specializzati nel recupero dei metalli preziosi contenuti. In molti casi, i pezzi finiscono sul mercato internazionale, dove vengono lavorati illegalmente per estrarre i materiali da rivendere nell’industria metallurgica.
Nel caso del Consorzio Cisa, il danno è doppio: non solo economico, ma anche funzionale e reputazionale. “La raccolta dei rifiuti — spiegano dal Consorzio — è un servizio essenziale e quotidiano. Anche un fermo tecnico di pochi giorni comporta disagi evidenti e ricadute sul decoro urbano”. I mezzi danneggiati sono stati temporaneamente sostituiti, ma il ripristino completo dell’attività ha richiesto tempo, soprattutto a causa della difficoltà nel reperire i ricambi.
Il presidente Burocco ha rivolto un appello ai cittadini, chiedendo collaborazione e comprensione: “Stiamo lavorando per tornare al più presto alla piena normalità. Chiediamo di segnalare tramite il numero verde eventuali situazioni di urgenza, in modo da poterle gestire tempestivamente”.
L’episodio solleva anche una riflessione più ampia sul tema della sicurezza nei depositi aziendali e dei mezzi pubblici. La sottrazione dei catalizzatori, infatti, non richiede strumenti complessi: bastano pochi minuti, un seghetto elettrico e una buona conoscenza dei modelli. In molti casi, i furti avvengono anche in aree videosorvegliate, con i ladri che agiscono coperti dalla notte o utilizzando veicoli rubati.
A livello regionale, diversi Consorzi ambientali hanno già denunciato episodi analoghi, da Ivrea a Pinerolo, da Fossano ad Alessandria. Una vera emergenza silenziosa che si aggiunge alle difficoltà del settore ambientale, già alle prese con la carenza di personale, i costi in aumento e la gestione sempre più complessa dei rifiuti differenziati.
Nel Ciriacese, il furto delle marmitte ha lasciato un segno anche simbolico: colpire i camion della raccolta significa colpire un servizio pubblico che tocca la vita quotidiana di tutti. Un atto che, per il valore di qualche centinaio di euro, ha prodotto giorni di disagio, rallentamenti e proteste, ma che, come sottolinea Burocco, “ha anche mostrato la prontezza e la dedizione degli operatori, che hanno continuato a garantire il servizio con tutti i mezzi disponibili”.
Ora il Consorzio Cisa valuta misure aggiuntive di sicurezza, con nuovi sistemi di videosorveglianza e controlli più serrati nei depositi. Intanto le indagini proseguono, ma la sensazione è che, finché la richiesta di metalli preziosi resterà alta e la ricettazione difficile da tracciare, il fenomeno dei furti di marmitte continuerà a rappresentare una minaccia concreta per aziende, enti pubblici e cittadini.
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