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Cronaca

Ladro in fuga nel torinese: il grido di una vicina salva la casa del consigliere

Tentato furto in via Alfieri: urla della vicina sventano il colpo, indagano i carabinieri

Ladro in fuga

Ladro in fuga nel torinese: il grido di una vicina salva la casa del consigliere

Una voce nel buio, un grido lanciato dal balcone e la prontezza di una vicina hanno mandato all’aria i piani di un ladro che tentava di introdursi in una villa a Chieri. È accaduto la sera del 30 ottobre, in via Alfieri, dove un uomo ha cercato di arrampicarsi fino al piano superiore dell’abitazione del consigliere comunale Giuseppe Contarino, esponente di Fratelli d’Italia. L’intervento tempestivo di una residente e la rete di collaborazione tra vicini hanno impedito che il furto andasse a segno, trasformando quello che poteva essere un episodio grave in una fuga a mani vuote.

Secondo le prime ricostruzioni, il ladro avrebbe tentato di entrare arrampicandosi sui cavi del condizionatore, approfittando dell’assenza dei proprietari. Ma a pochi istanti dal tentativo, la scena è stata notata da una vicina affacciata al balcone, che ha urlato un secco «Cosa fai?», cogliendo di sorpresa l’uomo e costringendolo a scappare. Nel tentativo di fuga, il malvivente ha danneggiato una finestra del bagno, ma non è riuscito ad accedere all’interno della casa.

A rendere l’episodio ancora più inquietante è un dettaglio raccolto dalle testimonianze del quartiere: poco prima del tentativo, alcuni residenti avevano notato un uomo vestito in modo elegante citofonare alla villa, forse per verificare se ci fosse qualcuno in casa. Un possibile sopralluogo che fa ipotizzare la presenza di un complice e di un’azione premeditata.

Avvertiti dai residenti attraverso la chat di controllo di vicinato, i carabinieri sono arrivati in pochi minuti, effettuando un sopralluogo e raccogliendo le prime testimonianze. Il consigliere Contarino, al rientro, ha sporto denuncia per tentato furto. Le indagini proseguono per identificare l’autore e chiarire se si tratti di un episodio isolato o parte di una serie di colpi nella zona.

Il diretto interessato ha commentato l’accaduto con lucidità ma anche preoccupazione: «Per fortuna, nella mia via siamo organizzati con una chat di controllo di vicinato. Ci aiutiamo, ci avvisiamo quando qualcuno parte o nota movimenti sospetti. È un modo semplice ma efficace per tenerci al sicuro. Quello che mi preoccupa è che anche nelle città più piccole come Chieri questi episodi stanno aumentando. Serve più attenzione da parte di tutti, ma senza cedere alla paura».

L’episodio dimostra come la sicurezza di prossimità – basata sulla collaborazione e sull’attenzione reciproca – possa essere un baluardo importante contro la microcriminalità. Non si tratta di sostituirsi alle forze dell’ordine, ma di contribuire, come comunità, a un sistema di sorveglianza informale capace di anticipare le situazioni di rischio.

A Chieri, come in molte altre città della cintura torinese, la rete tra residenti è diventata un alleato silenzioso delle istituzioni: bastano una chat, un gesto, una voce per evitare che la paura si traduca in danno. E in questo caso, la prontezza di una vicina e la sinergia tra cittadini e forze dell’ordine hanno permesso di evitare il peggio.

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