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Cronaca
29 Ottobre 2025 - 12:07
Imbrattata la sede dell’Asl: scritte contro i Cpr e accuse di complicità
Nella notte tra il 27 e il 28 ottobre, ignoti hanno imbrattato la facciata del poliambulatorio dell’Asl di via Pacchiotti 4, nel quartiere Parella a Torino, tracciando con vernice spray una scritta dal tono violento e politico: “Nei Cpr suicidi per uscire – Asl complici”. Un messaggio breve ma diretto, che accusa apertamente l’azienda sanitaria di essere in qualche modo parte del sistema di gestione dei Centri di permanenza per i rimpatri.
A scoprire l’imbrattamento sono stati i dipendenti arrivati al lavoro nella mattinata di lunedì, trovando il muro laterale della struttura completamente deturpato. Subito è stata allertata l’Arma dei carabinieri, che ha avviato gli accertamenti per risalire agli autori del gesto. Le telecamere di sorveglianza presenti nella zona potrebbero aiutare a identificare i responsabili, che secondo le prime ipotesi si sarebbero mossi a volto coperto nelle ore notturne.
Il poliambulatorio di via Pacchiotti è uno dei punti di riferimento sanitari della zona nord della città, frequentato ogni giorno da centinaia di cittadini. Per questo l’episodio ha destato forte preoccupazione tra il personale e i residenti del quartiere, sorpresi dal linguaggio politico di una scritta che trasforma un edificio pubblico in terreno di scontro ideologico.
La frase “Nei Cpr suicidi per uscire – Asl complici” richiama una denuncia rivolta ai Centri di permanenza per i rimpatri, strutture dove vengono trattenuti cittadini stranieri in attesa di espulsione. Da mesi il tema è al centro di un acceso dibattito politico e sociale, soprattutto dopo i casi di suicidio o proteste violente avvenuti all’interno di alcuni centri, tra cui quello di corso Brunelleschi, a Torino. Tuttavia, il collegamento con l’Asl appare strumentale: non esistono infatti rapporti diretti di responsabilità tra i servizi sanitari territoriali e la gestione dei Cpr, che dipendono dal Ministero dell’Interno e dalle Prefetture.
Gli investigatori non escludono che l’imbrattamento possa essere il gesto dimostrativo di un piccolo gruppo antagonista, legato agli ambienti che da tempo contestano l’esistenza stessa dei centri di detenzione amministrativa. Nei mesi scorsi, scritte simili erano comparse in altri punti della città, spesso in occasione di proteste o sit-in organizzati da collettivi anarchici e movimenti antirazzisti.
Per ora l’episodio resta classificato come “danneggiamento aggravato” di edificio pubblico. La direzione dell’Asl ha sporto denuncia e provveduto a far rimuovere le scritte nel più breve tempo possibile, mentre le indagini proseguono nel tentativo di capire se dietro il gesto vi sia una rivendicazione organizzata o un’azione isolata.
L’episodio riaccende il dibattito su Torino come teatro di micro-proteste politiche che spesso scelgono simboli pubblici — scuole, sedi istituzionali, strutture sanitarie — per veicolare messaggi ideologici. Un fenomeno che si muove ai margini della legalità e che, pur restando circoscritto, riflette un clima di crescente radicalizzazione attorno ai temi dell’immigrazione e della sicurezza.
Nel frattempo, a Parella, resta il segno di una notte di rabbia affidata a una bomboletta spray. Un gesto che colpisce un luogo di cura e che, al di là delle intenzioni, finisce per trasformare un messaggio politico in un atto di vandalismo.
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