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Settimo Torinese
29 Ottobre 2025 - 11:27
 
												ospedale di Settimo Torinese
Succedeva il 6 marzo del 2023. La società Saapa S.p.A. in liquidazione, proprietaria dell’Ospedale Civico di Settimo Torinese, dopo una lunga sequenza di proroghe concesse alla CM Service S.r.l. — l’ultima da 1.617.000 euro, valida dal 1° gennaio al 31 marzo 2023 — si decide finalmente a pubblicare un bando europeo per l’affidamento dei servizi socio-assistenziali e correlati in modalità Global Service, con decorrenza dal 1° aprile al 30 settembre 2023.
Nel bando si fa riferimento a un insieme vasto di attività: assistenza sanitaria e socio-assistenziale, pulizia e sanificazione ambientale, raccolta e gestione dei rifiuti anche sanitari, reception, guardiania, magazzino e fattorinaggio.
Un servizio complesso, garantito da infermieri, OSS (operatori socio-sanitari), logopedisti, terapisti, neuropsicologi, fisioterapisti, assistenti sociali e centralinisti. L’importo complessivo della gara: 3.250.000 euro.
A stretto giro di albo pretorio, spunta un’altra notizia: la messa in vendita della struttura ai privati. Prezzo a base d’asta: 50 milioni di euro, comprensivi di circa 6,25 milioni per il valore del terreno di proprietà dell’Asl To4, su cui sorge il fabbricato, e di 1,5 milioni circa per la rinuncia dell’Asl To4 al diritto d’uso esclusivo e a ogni diritto discendente su circa 1.100 metri quadrati dell’immobile in proprietà superficiaria. Spazi, questi, in cui vengono erogati alcuni servizi territoriali fondamentali.
Tutto chiaro? Beh, certo che sì. A cominciare da quella gara europea imbastita non solo per ragioni operative, ma anche — e soprattutto — in risposta a un esposto all’Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac) firmato dall’ex assessore comunale Sergio Bisacca e dall’ex sindaco Aldo Corgiat, già direttore amministrativo della struttura sanitaria.
Tutto era iniziato nel giugno del 2021, quando la Cooperativa Frassati aveva comunicato l’impossibilità di proseguire i servizi in assenza di un contratto. Secondo Corgiat, già allora si sarebbero dovute avviare le procedure per un regolare bando, ma invece si andò avanti di proroga in proroga: prima un affidamento per i soli 12 giorni di settembre (215.600 euro), poi un altro fino al 30 settembre (323.400 euro), quindi ancora fino al 31 gennaio 2022 (2.156.000 euro), e successivamente al 31 luglio 2022 (3.234.000 euro). E così via, fino al 30 marzo 2023, senza soluzione di continuità.
Poche settimane dopo l’esposto, Anac richiese a Saapa una corposa documentazione, che la società dichiarò di aver inoltrato tempestivamente. Ma, a quanto pare, quelle carte non chiarirono granché: nell’ottobre del 2021, infatti, l’Autorità inviò una lettera alla Regione Piemonte e alle Asl socie, invitandole a “provvedere con urgenza alla definizione di nuove modalità organizzative e gestionali” per la struttura.
Nell’esposto, oltre alle irregolarità sulle proroghe, Corgiat e Bisacca contestavano anche la messa in vendita dell’Ospedale di Settimo Torinese, definita inopportuna e pericolosa per la tutela del servizio pubblico sanitario.
A complicare ulteriormente la vicenda, nel 2024 arriva la decisione della Saapa di escludere la CM Service per gravi e reiterati inadempimenti contrattuali, con un danno stimato di circa 470.000 euro tra il 2022 e il 2024.
Al suo posto subentra il Gruppo San Michele, aggiudicatario di un nuovo appalto per un valore di circa 3,4 milioni di euro per un periodo di sei mesi, con l’obiettivo di garantire la continuità dei servizi assistenziali e gestionali all’interno della struttura.
Intanto, sul fronte politico e istituzionale, la Regione Piemonte decide di intervenire direttamente.
Il 29 novembre 2024, la Giunta regionale annuncia l’intenzione di investire 15 milioni di euro per acquisire l’ospedale e riportarlo sotto gestione pubblica. Una decisione iniziale, inserita nella variazione di bilancio, per dare copertura finanziaria all’operazione.
Il 17 giugno 2025, la Regione fa un passo ulteriore: arriva il via libera definitivo alla procedura di acquisizione da parte dell’ASL TO4, con l’obiettivo di internalizzare i servizi, mantenere i posti letto attuali e aggiungerne altri 35 per la creazione di un ospedale di comunità.
Da giugno è però tutto fermo, nelle mani del nuovo Direttore generale dell'Asl To4 Luigi Vercellino.
L’Ospedale Civico di Settimo Torinese è stato realizzato alla fine degli anni ’90 da una società francese (SIAS Italia) su autorizzazione della Regione e su un’area di proprietà dell’ASL data in concessione. Dopo lunghe discussioni, e il concreto rischio di definitivo fallimento della società e abbandono dell’edificio, la Regione Piemonte autorizza (Legge Regionale 12/2008), su proposta del Comune di Settimo, una sperimentazione gestionale, rinnovabile ogni 5 anni, per la gestione di servizi sanitari di post acuzie: dimissioni protette, lungo degenze, recupero e riabilitazione funzionale.
Nel 2008 si costituisce la Società per Azioni SAAPA S.p.A. (a controllo pubblico) per la gestione di tali servizi sanitari. Contestualmente la Regione Piemonte sottoscriveva con il Monte Paschi di Siena (Istituto di credito già prestatore della società SIAS Italia) un prestito di circa 30 milioni di euro di durata pari a 33 anni (scadenza 31/12/2041). Inizialmente l’Ospedale Civico di Settimo viene inserito dalla Giunta Regionale nella rete ospedaliera pubblica come Ospedale di post acuzie, successivamente (2015) viene assimilato alle “strutture sanitarie private accreditate”.
Dal punto di vista economico finanziario, dopo i primi tre - quattro anni di perdite (circa 7 milioni di euro) SAAPA raggiunge il pareggio e poi consolida un utile di esercizio di circa 200 mila euro all’anno, rispettando l’obiettivo della sperimentazione gestionale di restituzione del debito finanziario e dei relativi interessi per circa 1,5 milioni. Dal 2017 al 2019 la gestione della società produce un surplus di oltre 1,8 milioni annui.
I problemi cominciano nel giugno del 2020 in contemporanea con la nomina del nuovo Amministratore Alessandro Rossi e la trasformazione di due piani (dei 3 esistenti) in reparti COVID per casi non gravi. Tutto questo produce costi aggiuntivi, solo parzialmente riconosciuti dalla Regione Piemonte.
Morale? Anche a causa di una parziale occupazione dei posti letto disponibili per altre specialità di post acuzie, si genera una perdita di circa 3,5 milioni di euro.
Da qui la decisione di vendere senza neanche prendere in considerazione le possibilità concesse dai decreti Covid emanati dal Governo in cui si riconosce la possibilità di ammortizzare le perdita in 5 esercizi consecutivi senza obblighi di ricapitalizzazione della società.
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