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Cronaca

Droga e cellulari lanciati oltre il muro del carcere di Torino: sventato il tentativo di introduzione

La polizia penitenziaria blocca un nuovo episodio di traffico interno. Il Sappe chiede l’uso dei droni per il controllo esterno

Droga e cellulari lanciati oltre il muro del carcere di Torino

Droga e cellulari lanciati oltre il muro del carcere di Torino (foto di repertorio)

Nuovo episodio di traffico illecito sventato nel carcere Lorusso e Cutugno di Torino, dove nella giornata di domenica 19 ottobre la Polizia Penitenziaria ha bloccato tre distinti tentativi di lancio di materiale proibito all’interno del perimetro dell’istituto.

Grazie alla costante attività di sorveglianza e all’intervento tempestivo del personale in servizio, gli agenti hanno recuperato e sequestrato 300 grammi di hashish, 20 grammi di cocaina, uno smartphone e due microtelefoni di piccole dimensioni, tutti lanciati dall’esterno del muro di cinta con l’intento di farli giungere nelle mani dei detenuti.

Il sequestro conferma l’efficacia dei controlli effettuati dal personale di custodia, ma anche la frequenza crescente di tentativi di introduzione di droga e telefoni nei penitenziari italiani.

Il Segretario Generale dell’Osapp, Leo Beneduci, ha commentato l’operazione sottolineando come «ancora una volta la Polizia Penitenziaria dimostra di essere l’unico vero baluardo di legalità nelle carceri italiane, nonostante gravi carenze di organico e l’assenza di strumenti adeguati di prevenzione e sicurezza».

Leo Beneduci

Beneduci ha poi ribadito una denuncia che il sindacato porta avanti da tempo: «Molte carceri italiane sono diventate delle vere e proprie piazze di spaccio interne e call center illegali, dove la criminalità organizzata continua a gestire affari illeciti grazie a telefoni cellulari introdotti clandestinamente e a traffici di droga sempre più strutturati. È inaccettabile che lo Stato permetta questa deriva. Servono immediati investimenti in sicurezza, il potenziamento del personale di Polizia Penitenziaria e l’installazione di sistemi anti–droni e jammer funzionanti. Senza interventi concreti, le carceri continueranno a essere un terreno di espansione criminale e un pericolo per l’intera società».

L’Osapp ha infine rinnovato il proprio appello al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e al Ministero della Giustizia affinché vengano adottate misure urgenti e strutturali per garantire legalità, sicurezza e dignità del lavoro della Polizia Penitenziaria.

Vicente Santilli

Sulla vicenda è intervenuto anche il Sappe, che aveva già segnalato nella stessa giornata un precedente tentativo di introduzione di droga e telefoni all’interno del penitenziario. Il segretario regionale per il Piemonte, Vicente Santilli, ha rimarcato «la vulnerabilità del carcere di Torino», chiedendo che il personale venga dotato di droni per il controllo esterno e che venga istituito un Nucleo di unità cinofila del Corpo per contrastare l’ingresso di sostanze stupefacenti.

Il segretario nazionale del Sappe, Donato Capece, ha ricordato che «nelle carceri italiane il 30% circa dei detenuti è tossicodipendente ed anche più del 20% degli stranieri ha problemi di droga», aggiungendo che «nonostante l’Italia disponga di una legislazione all’avanguardia per consentire ai tossicodipendenti di scontare la pena all’esterno, i detenuti con problemi di droga restano numerosissimi».

L’episodio di Torino si inserisce così in una preoccupante escalation di traffici illeciti dietro le sbarre, con i sindacati uniti nel chiedere strumenti tecnologici più moderni e un rafforzamento degli organici per contenere un fenomeno che, da emergenza di sicurezza interna, rischia di trasformarsi in una vera e propria minaccia per l’intero sistema penitenziario.

Donato Capece

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