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02 Dicembre 2025 - 14:34
A Leinì, questa mattina, Villa Caviglietto ha riaperto le sue porte dopo decenni di silenzio. L’edificio liberty di via Caviglietto 8, donato alla città dalla famiglia Caviglietto in memoria della dottoressa Gioconda, medico condotto amata dalla comunità e scomparsa nel 1954, diventa il nuovo Centro Servizi per il Contrasto alla Povertà e sede della Stazione di Posta dell’Unione NET. Un progetto da 910 mila euro, realizzato grazie ai fondi del PNRR – Missione 5 Inclusione e Coesione, che restituisce alla cittadinanza un luogo simbolico, trasformandolo in presidio sociale per chi vive vulnerabilità economica, precarietà abitativa o marginalità cronica.
L’inaugurazione delle 11 ha ufficializzato la rinascita della villa, alla presenza del Comune di Leinì, dell’Unione NET, della Cooperativa Animazione Valdocco e dell’Asl To4. La struttura, riqualificata e ampliata, ospiterà ora sportelli di accesso ai servizi, percorsi individuali di sostegno e spazi dedicati alla formazione. Il taglio del nastro ha segnato un passaggio atteso da anni in un territorio che negli ultimi mesi ha visto crescere le richieste di aiuto e la pressione sulle strutture sociali.
Il nuovo hub si configurerà come un punto unico di accoglienza. Nelle stanze della villa saranno attivi i servizi di infosegreteria per la prima valutazione dei bisogni, l’orientamento e il collegamento con servizi sociali, sanitari, CAF e patronati, oltre ai percorsi multidimensionali costruiti su misura per singole persone e nuclei familiari. Troverà spazio il progetto P.Inco – Pensiero & INCOntro, dedicato all’educazione finanziaria, alla ricerca attiva del lavoro, alla alfabetizzazione digitale, al sostegno genitoriale e alla sicurezza sul lavoro.

Nel piano terra nasce invece l’area RE-PLAY, una sala modulare pensata per laboratori pratici: fablab, piccole manutenzioni, attività artigianali, cucito, meccanica di base. Un ambiente che punta a rafforzare competenze spendibili sul lavoro, a produrre beni utili, a generare micro-opportunità di auto-imprenditorialità e a creare, attorno alle attività manuali, comunità e relazioni.
Elemento centrale del progetto è la Stazione di Posta, servizio previsto dal PNRR e spesso invisibile nel dibattito pubblico ma decisivo nella vita quotidiana di chi non ha un’abitazione o vive in forte precarietà. Qui verranno attivate cassette postali dedicate ai cittadini senza fissa dimora dei Comuni di Leinì, Settimo Torinese, San Benigno Canavese e Volpiano, installate in luoghi accessibili: alla Biblioteca Archimede, nei cortili comunali, nei porticati dei municipi. Un indirizzo in cui ricevere la posta permette di accedere a cure mediche, comunicazioni ufficiali, opportunità lavorative e percorsi amministrativi altrimenti impossibili.
Al momento, sono già oltre 80 le persone che usufruiscono di questi servizi sul territorio dell’Unione NET. L’apertura del nuovo centro offre un punto stabile di riferimento, capace di intercettare emergenze, attivare reti di protezione e collegare rapidamente utenti e servizi. Non si tratta solo di assistenza: la struttura mira a promuovere autonomia, inclusione e continuità dei percorsi, attraverso la collaborazione con Asl, Centri per l’Impiego, realtà del volontariato e associazioni.
Il presidente dell’Unione NET Claudio Gambino, durante l’inaugurazione, ha sottolineato come il nuovo spazio si inserisca in una strategia più ampia di rafforzamento del welfare territoriale, ricordando anche l’esperienza di via Trento 12 a Volpiano, dove quest’anno è stato aperto un cohousing per persone con disabilità in un immobile confiscato alla criminalità organizzata. Un segnale della volontà di costruire una rete capillare e sovracomunale anche attraverso la riqualificazione di edifici pubblici e beni sottratti alle mafie.
Il sindaco di Leinì Luca Torella ha rimarcato l’urgenza con cui il territorio si trova a fronteggiare una crisi socio-economica sempre più radicata, richiamando la necessità di dare risposte concrete su emergenza abitativa e vulnerabilità. «Villa Caviglietto è un passo per diminuire le distanze», ha detto, parlando di un tassello che unisce co-progettazione e indirizzo amministrativo, e ribadendo l’importanza di una rete che coinvolga pubblico, privato e volontariato.
Il valore simbolico e sociale dell’operazione è stato sottolineato anche da Barbara Canalis, responsabile dei Servizi Territoriali della Cooperativa Valdocco, che ha definito la villa un luogo di accoglienza e ascolto qualificato, oltre che uno spazio dove l’intervento sociale diventa integrazione, empowerment e autonomia in dialogo costante con i servizi locali. Il presidente di Valdocco Paolo Petrucci ha ricordato come il recupero dell’edificio rappresenti una restituzione alla collettività, un esempio concreto di collaborazione tra cooperazione sociale e ente pubblico.
La villa, per lungo tempo sede della Croce Rossa e poi caduta nel degrado, rischiava di diventare una ferita urbana. Oggi si trasforma invece in un presidio sociale stabile, un luogo in cui fragilità e diritti trovano ascolto, un approdo per chi cerca una via d’uscita da situazioni di sofferenza e isolamento. La gestione sarà garantita da un’équipe professionale con il supporto di volontari, con servizi attivi dal lunedì al sabato, e includerà anche un sistema di valutazione d’impatto per misurare l’efficacia degli interventi e rendere il modello replicabile.
L’inaugurazione di oggi segna, per Leinì e per l’intero territorio NET, un passaggio di fase: Villa Caviglietto non è solo un edificio riqualificato, ma una promessa di inclusione, un luogo in cui la comunità sceglie di rispondere alle fragilità con professionalità, ascolto e presenza.

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