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Cronaca
16 Ottobre 2025 - 17:13
Tensioni al Liceo Artistico “Primo” di Torino: scontro tra Gioventù Nazionale e collettivi studenteschi
Mattinata agitata al Liceo Artistico “Primo” di Torino, dove un’iniziativa del movimento Gioventù Nazionale – sezione D’Annunzio è stata interrotta da momenti di tensione. I militanti si erano recati davanti all’istituto per distribuire volantini nell’ambito della loro campagna di sensibilizzazione contro baby gang, degrado urbano e violenza giovanile, un’attività che il gruppo porta avanti da mesi in diverse scuole cittadine.
Secondo quanto riferito da Gioventù Nazionale in una nota, durante la distribuzione dei volantini alcuni studenti, riconducibili ai collettivi di sinistra, avrebbero cercato di impedire l’iniziativa con urla, insulti e atteggiamenti ritenuti intimidatori. Il movimento parla di un episodio di “intolleranza politica” e di un “clima ostile” che, a loro dire, si ripeterebbe ormai da tempo in diversi istituti torinesi.
Nel comunicato, i giovani militanti sostengono di non voler rinunciare alle proprie attività nelle scuole, ribadendo che l’obiettivo è quello di promuovere valori di legalità, responsabilità e rispetto. L’episodio, pur avvenuto all’esterno dell’istituto, ha generato un notevole trambusto, attirando l’attenzione di docenti e studenti.
Al momento, non risultano interventi delle forze dell’ordine né segnalazioni formali da parte della scuola, ma la vicenda ha riacceso il dibattito sul ruolo dell’attivismo politico nei luoghi di formazione, un tema che periodicamente torna al centro della cronaca torinese.
Sulla questione è intervenuto anche il consigliere comunale di Fratelli d’Italia, Raffaele Marascio, che ha definito “grave e inaccettabile” quanto accaduto, invitando il mondo scolastico e le istituzioni a “ripristinare un clima di confronto civile e pluralismo”. Il rappresentante del partito di governo ha parlato di un “clima di intolleranza ideologica” diffuso in alcune scuole torinesi e ha chiesto maggiore attenzione da parte dei dirigenti scolastici e delle autorità cittadine, affinché episodi simili non si ripetano.
Dalla scuola, per ora, non sono arrivate dichiarazioni ufficiali. È possibile che nei prossimi giorni il dirigente scolastico convochi una riunione interna per ricostruire la dinamica e valutare se procedere con una segnalazione formale. Secondo alcune testimonianze raccolte informalmente, la situazione si sarebbe mantenuta entro i limiti di una contestazione verbale, senza degenerare in scontri fisici, ma resta il segnale di un clima teso in cui le diverse sensibilità politiche faticano a convivere.
Non è la prima volta che a Torino iniziative politiche all’interno o nei pressi delle scuole provocano momenti di tensione. Negli ultimi anni si sono verificati episodi analoghi in altri istituti superiori, con scambi di accuse reciproche tra movimenti giovanili di destra e collettivi studenteschi di sinistra, spesso legati a divergenze sui temi dell’inclusione, dell’immigrazione o della sicurezza.
Il contesto generale resta quello di un dibattito acceso sul ruolo delle scuole come spazi di partecipazione, dove si intrecciano libertà di espressione, educazione civica e tutela del pluralismo. In molti ricordano che la scuola pubblica, per sua natura, è un luogo di formazione e confronto, non di contrapposizione politica. Tuttavia, episodi come quello avvenuto al Liceo Artistico “Primo” mostrano quanto fragile possa essere l’equilibrio tra la libertà di espressione e il rispetto reciproco.
La vicenda sarà probabilmente oggetto di discussione anche in Consiglio comunale, dove Fratelli d’Italia intende presentare un’interrogazione per chiedere chiarimenti sull’accaduto e sollecitare un intervento del Comune di Torino a tutela della libertà di parola all’interno degli istituti scolastici.
In attesa di riscontri ufficiali, la giornata di oggi lascia dietro di sé un senso di disagio e interrogativi aperti: fino a che punto è possibile portare il dibattito politico dentro le scuole senza compromettere la serenità degli ambienti educativi? E come garantire che le diverse voci, pur distanti tra loro, possano essere ascoltate senza scivolare nel conflitto?
A Torino, città storicamente abituata al confronto e alla partecipazione civica, il caso del Liceo “Primo” riaccende una riflessione più ampia sul valore della democrazia nelle nuove generazioni. Perché al di là degli schieramenti e delle bandiere, ciò che resta è l’urgenza di riportare nei luoghi dell’istruzione quel senso di rispetto reciproco che dovrebbe essere il primo insegnamento di ogni scuola.
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