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Cronaca
10 Ottobre 2025 - 12:57
Da giovedì 9 ottobre il caso di Reggio Calabria scuote l’opinione pubblica: due neonati rinvenuti in un armadio, una 25enne indagata, e l’ombra di un precedente nel 2022. Una vicenda che richiama alla memoria altri fatti drammatici, ma che impone rigore, rispetto delle vittime e massima cautela: le indagini sono in corso e la presunzione di innocenza resta un principio non negoziabile.
Il caso risale a luglio 2024. Secondo quanto finora ricostruito, i genitori della giovane, insospettiti da un odore acre, hanno aperto un armadio nell’abitazione di famiglia, trovando i corpicini di due neonati avvolti in una coperta. La madre della ragazza ha allertato immediatamente le autorità, facendo scattare l’attività investigativa.
Dagli accertamenti di natura biologica — effettuati anche su materiale organico riconducibile a un successivo intervento di raschiamento cui la 25enne si sarebbe sottoposta — emergerebbe che i due neonati erano suoi figli, sarebbero nati vivi e il decesso sarebbe intervenuto dopo la nascita. Nell’ipotesi d’indagine, la causa potrebbe essere il soffocamento. Saranno gli approfondimenti medico-legali a cristallizzare i punti tecnici.
Le telecamere di sorveglianza della zona avrebbero individuato una finestra temporale in cui la giovane era sola in casa — tra le 19 e le 20:30 — ritenuta dagli inquirenti compatibile con le condotte contestate. I genitori avrebbero inoltre riferito che nei giorni successivi la 25enne avrebbe accusato un grave malessere, poi culminato in un ricovero al Grande Ospedale Metropolitano di Reggio Calabria per emorragia. In quella sede, stando agli atti, la donna avrebbe negato di essere stata incinta.
Un capitolo ulteriore riguarda alcuni messaggi tra la giovane e il fidanzato, ora indagato per favoreggiamento personale. Dalle chat emergerebbe il sospetto di un episodio analogo nel 2022, al culmine di contrasti sulla prosecuzione di una gravidanza. Al momento, però, non sono stati trovati riscontri materiali sull’eventuale terzo neonato. La Squadra Mobile prosegue le ricerche con unità cinofile e georadar in abitazioni e terreni riconducibili alla coppia, per individuare eventuali resti umani.
Su richiesta della Procura, la 25enne si trova ai domiciliari con braccialetto elettronico. Le ipotesi di reato formulate sono omicidio volontario, occultamento di cadavere e soppressione di cadavere. È un impianto accusatorio grave, che dovrà misurarsi con riscontri scientifici, testimonianze e verifiche processuali. Vale per tutti i soggetti coinvolti la presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva.
Il caso richiama, per dinamica, altre vicende note di cronaca nera. Ma ogni storia fa storia a sé: gli investigatori dovranno ancorare ogni passaggio a prove solide, evitando parallelismi automatici. In contesti così delicati, lo sforzo è duplice: tutelare la verità processuale e garantire un racconto pubblico sobrio, lontano dal sensazionalismo.
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