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06 Ottobre 2025 - 15:45
Tutela del Patrimonio, i Carabinieri restituiscono alla Bolivia un vaso sacro rubato (foto: il reperto)
Un prezioso vaso cerimoniale della cultura Tiwanaku, antica civiltà preincaica dell’altopiano andino, torna finalmente a casa. È stato restituito oggi, 6 ottobre 2025, allo Stato Plurinazionale della Bolivia dai Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale (TPC), durante una cerimonia privata nella sede dell’Ambasciata boliviana a Roma.
Il reperto era stato scoperto nell’aprile 2024 nel corso di un controllo doganale alla frontiera di Verbano-Cusio-Ossola, dove gli agenti della Sezione Antifrode delle Dogane avevano fermato un cittadino di origini boliviane in viaggio su un treno proveniente dalla Svizzera. Nel suo bagaglio è stato trovato un manufatto in ceramica decorata, apparentemente antico, privo di qualunque documentazione di provenienza o esportazione regolare.
A quel punto sono intervenuti i Carabinieri del Nucleo TPC di Torino, specializzati nella tutela del patrimonio artistico e archeologico, che hanno disposto il sequestro del manufatto e avviato indagini approfondite sotto la direzione della Procura di Verbania.
Le verifiche, condotte in stretta collaborazione con gli esperti culturali boliviani, hanno permesso di stabilire che l’oggetto era stato illecitamente sottratto al sito archeologico di Tiwanaku, uno dei luoghi più importanti della storia precolombiana dell’America Latina, oggi patrimonio mondiale dell’umanità. Il manufatto, un “vaso o coppa Keru”, veniva utilizzato in epoca antica come simbolo di potere sacro e politico, in occasione di rituali pubblici e cerimonie che sancivano accordi tra i capi delle comunità.
Il reperto
Secondo le ricostruzioni degli investigatori, l’uomo lo avrebbe acquistato anni fa in un negozio di souvenir, inconsapevole (o forse non del tutto) della sua provenienza illegale, e lo avrebbe portato con sé in Italia, dove risiede stabilmente. Le analisi degli esperti boliviani hanno confermato l’autenticità del reperto, attribuendolo con certezza alla civiltà Tiwanaku, sviluppatasi tra il V e l’XI secolo d.C. sulle sponde del lago Titicaca, nell’attuale territorio della Bolivia.
Una volta completate le verifiche, l’autorità giudiziaria italiana ha emesso il decreto di dissequestro e restituzione del bene culturale, permettendo il rientro ufficiale del vaso in Bolivia. Un gesto di grande valore simbolico e diplomatico, che consolida la collaborazione internazionale per la tutela del patrimonio archeologico.
«Questa restituzione rappresenta non solo un atto di giustizia, ma anche un riconoscimento del diritto dei popoli a conservare le proprie radici culturali», ha dichiarato il Comandante del Reparto Operativo del TPC durante la consegna del reperto, alla presenza del personale dell’Ambasciata boliviana.
Il recupero e la restituzione dei beni trafugati è uno dei fronti più importanti dell’attività dei Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale, reparto d’eccellenza riconosciuto a livello internazionale per il contrasto al traffico illecito di opere d’arte.
L’Italia è oggi tra i Paesi più attivi nella cooperazione culturale internazionale, anche grazie alle nuove norme introdotte nel 2022, che prevedono pene severe per chi importa o commercia beni archeologici provenienti da furti, scavi illegali o esportazioni illecite da altri Stati. L’articolo 518 decies del codice penale punisce tali comportamenti con la reclusione da due a sei anni e con una multa fino a oltre cinquemila euro.
Il “vaso Keru” di Tiwanaku, rientrato oggi in patria, è molto più di un reperto: è il simbolo della memoria collettiva e dell’identità spirituale del popolo boliviano. Grazie alla sinergia tra Dogane, Procura, Carabinieri TPC e autorità culturali internazionali, un frammento di storia è tornato a raccontare le proprie origini nel luogo a cui appartiene.
Immagine di repertorio
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