AGGIORNAMENTI
Cerca
Cronaca
06 Ottobre 2025 - 12:10
Torino, tre agenti aggrediti nel carcere Lorusso e Cutugno: «La situazione è fuori controllo»
Ancora violenza dietro le mura del carcere “Lorusso e Cutugno” di Torino, dove nella notte tra domenica e lunedì si è verificata l’ennesima aggressione ai danni del personale di polizia penitenziaria. Tre agenti sono rimasti feriti durante un intervento di soccorso in padiglione C, dove un detenuto italiano aveva appena tentato di togliersi la vita.
Secondo la ricostruzione fornita dal sindacato Osapp (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria), gli agenti sarebbero accorsi dopo la segnalazione del compagno di cella del detenuto, che era riuscito a salvarlo in extremis. Ma proprio quest’ultimo, in evidente stato di agitazione psicologica, avrebbe improvvisamente aggredito i tre poliziotti, colpendo uno di loro con una testata all’arcata sopracciliare e ferendo gli altri due nel tentativo di essere contenuto.
I tre agenti sono stati trasportati d’urgenza all’ospedale Maria Vittoria, dove hanno ricevuto cure immediate e sono stati dimessi con prognosi rispettivamente di cinque e tre giorni. Un episodio grave, ma purtroppo non isolato. L’Osapp denuncia che si tratta della venticinquesima aggressione dall’inizio del 2025, con un bilancio complessivo di 36 agenti feriti in dieci mesi.
«Nel carcere di Torino confusione e violenza la fanno ormai da padrone: i detenuti fanno ciò che vogliono, in particolare nel padiglione B, dove molte celle restano sistematicamente aperte in violazione delle regole» – ha dichiarato il segretario generale dell’Osapp, Leo Beneduci. Secondo il sindacato, situazioni simili si ripeterebbero anche nel padiglione D, dove la gestione interna sarebbe “priva di controllo e di sicurezza minima”.
Beneduci parla senza mezzi termini di un penitenziario «fuori controllo», dove il personale lavora in condizioni di estrema precarietà e rischio costante. L’Osapp accusa la direzione dell’istituto e il Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria di non intervenire con misure concrete, nonostante le ripetute segnalazioni. «Da mesi denunciamo una gestione inefficace e una carenza di personale che mette a rischio la vita di chi serve lo Stato dentro le carceri», afferma il sindacalista.
Il “Lorusso e Cutugno” è una delle strutture più grandi e complesse del Nord Italia, con oltre 1.200 detenuti a fronte di una capienza regolamentare inferiore. Un sovraffollamento che acuisce la tensione e amplifica i problemi di sicurezza. Negli ultimi anni il penitenziario è finito spesso al centro delle cronache per episodi di aggressioni, incendi, proteste e tentativi di suicidio.
Il caso di lunedì mattina rappresenta, secondo l’Osapp, la spia di un sistema che non regge più. L’organizzazione sindacale chiede interventi immediati: più personale operativo, formazione specifica sulla gestione delle emergenze psichiatriche e, soprattutto, il ripristino dell’ordine interno con la chiusura regolare delle celle e un maggior controllo sui movimenti dei detenuti.
Dietro la cronaca, però, si nasconde un problema strutturale. Le carceri italiane vivono una crisi che mescola sovraffollamento, carenze sanitarie e carico di lavoro insostenibile per la polizia penitenziaria. A Torino, dove i casi di disagio psichico tra i detenuti sono in aumento, ogni episodio di autolesionismo rischia di trasformarsi in una tragedia per tutti: per chi è recluso e per chi lavora dentro.
L’episodio di ieri ne è la prova. Un tentativo di suicidio che si trasforma in un’aggressione, in un contesto dove la tensione è continua e dove ogni giorno il personale deve affrontare emergenze emotive e fisiche con risorse sempre più ridotte.
«La verità – conclude Beneduci – è che i nostri agenti sono lasciati soli, costretti a lavorare in condizioni inaccettabili. Ogni aggressione non è solo un fatto di cronaca, ma il segnale di un fallimento collettivo: quello di uno Stato che non riesce più a garantire sicurezza né a chi è dentro né a chi sorveglia».
Nel frattempo, i tre agenti feriti sono rientrati a casa, ma la paura resta. Come resta l’impressione che, dentro le mura del carcere torinese, la violenza abbia trovato un varco troppo largo.
Edicola digitale
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.