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Cronaca

Torino, cantieri Rfi e aree dismesse trasformati in zone di spaccio: l’allarme di Fratelli d’Italia

La denuncia di Verangela Marino: “Cantiere della Metro 2 ed ex stabilimento FS trasformati in basi dello spaccio, Rfi intervenga subito per la messa in sicurezza”

Torino, cantieri Rfi e aree dismesse

Torino, cantieri Rfi e aree dismesse trasformati in zone di spaccio: l’allarme di Fratelli d’Italia

La Barriera di Milano torna al centro della polemica sulla sicurezza urbana. A scatenare la discussione è stata la denuncia pubblica di Verangela Vera Marino, capogruppo di Fratelli d’Italia in Circoscrizione 6, che ha segnalato la situazione di degrado in due aree di proprietà Rfi: il cantiere della futura Metro 2 in via Cigna e l’ex stabilimento delle Ferrovie dello Stato nei pressi del Parco Peccei. Secondo Marino, entrambi i siti sarebbero diventati “luoghi di bivacco e basi dello spaccio”, zone dove si muoverebbero quotidianamente pusher e tossicodipendenti.

Le immagini diffuse sui social mostrano recinzioni divelte, baracche improvvisate e cumuli di rifiuti. Nelle parole della consigliera, l’area di via Cigna, dove dovrebbero sorgere i futuri lavori della metropolitana, si presenta come un cantiere abbandonato, con accessi facilmente penetrabili e una situazione che, oltre al degrado, rappresenterebbe un pericolo per l’incolumità pubblica.

La denuncia arriva dopo mesi di segnalazioni rimaste senza risposta. Secondo Marino, sarebbero già stati presentati documenti per chiedere a Rfi la messa in sicurezza dei due siti, ma a oggi “nulla è stato fatto”. L’area, secondo quanto riportato, sarebbe frequentata anche da senza dimora e prostitute, trasformandosi progressivamente in una zona franca per attività illegali, a pochi passi da scuole, abitazioni e impianti sportivi.

A preoccupare i residenti non è solo la presenza di spacciatori, ma anche la condizione delle strutture. La recinzione del cantiere di via Cigna, descritta come “instabile e pericolosa”, rischierebbe di cedere da un momento all’altro, mettendo a rischio passanti e frequentatori del vicino parco. “Ogni giorno – denuncia Marino – si vedono tossicodipendenti entrare nell’area per recuperare la loro dose. È inaccettabile che simili situazioni vengano tollerate nel silenzio generale”.

Oltre al cantiere e all’ex stabilimento FS, l’esponente di Fratelli d’Italia ha citato anche l’ex stabilimento Gondrand, altro sito dismesso nel quadrante nord della città, definendolo “l’ennesimo luogo dello spaccio”. L’appello politico è rivolto direttamente a Rfi e al Comune di Torino, affinché intervengano con urgenza per recintare, bonificare e sorvegliare le aree.

Il tema non è nuovo. La Barriera di Milano è da anni uno dei quartieri più complessi della città per densità abitativa, presenza di aree dismesse e disagio sociale. Proprio la vicinanza con grandi spazi industriali inutilizzati – come l’ex scalo ferroviario Vanchiglia e le aree di via Sempione – ha reso la zona terreno fertile per fenomeni di degrado e microcriminalità. Le promesse di rigenerazione urbana, tuttavia, procedono a rilento. Il progetto della linea 2 della metropolitana, che dovrebbe passare proprio da via Cigna, è ancora in fase preliminare e i cantieri, nel frattempo, sono fermi o parzialmente abbandonati.

Sul piano politico, la denuncia di Fratelli d’Italia accende di nuovo lo scontro tra maggioranza e opposizione. Marino accusa la sinistra di aver “abbandonato le periferie per relegare la delinquenza in alcuni quartieri della città, facendo così crollare il valore immobiliare delle case e lasciando i cittadini soli davanti all’illegalità”. Parole dure, che riaprono il dibattito su come la città stia gestendo i quartieri di frontiera e sulla capacità delle istituzioni di garantire sicurezza e decoro nei luoghi simbolo della transizione urbana.

Il caso ora approderà in Consiglio di Circoscrizione, dove verrà chiesto ufficialmente a Rfi di intervenire per mettere in sicurezza le aree, e al Comune di intensificare la sorveglianza notturna. Intanto, i residenti chiedono risposte rapide: “Non possiamo più convivere con degrado e criminalità a pochi metri da casa”, scrivono nei gruppi di quartiere.

La questione dei cantieri abbandonati e delle aree ferroviarie dismesse si conferma, ancora una volta, una ferita aperta nel tessuto urbano torinese. E finché i progetti resteranno sulla carta, a occupare quegli spazi saranno l’incuria e l’illegalità.

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