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Cronaca
03 Ottobre 2025 - 15:47
Tensione a Torino, scontri vicino a Leonardo tra antagonisti e forze dell’ordine (immagine di repertorio)
La tensione è esplosa nel pomeriggio nella zona ovest di Torino, davanti allo stabilimento di Leonardo. Un gruppo di manifestanti dello spezzone antagonista e sociale ha sfondato i pannelli d’accesso a un parcheggio, riuscendo a entrare e a lasciare scritte inequivocabili sulle auto: “Free Gaza”, “Free Palestine”. Poi il lancio di pietre e cubetti di porfido contro le forze dell’ordine, che hanno risposto con una fitta serie di lacrimogeni.
Molti dei presenti, incappucciati o con il volto coperto, hanno raccolto i lacrimogeni già esplosi per rilanciarli contro gli agenti. Un clima da guerriglia urbana che riporta Torino ai giorni più duri della protesta sociale. Da un furgone, intanto, partivano musica ad alto volume e slogan amplificati al microfono: “Free Gaza, Free Palestine”. Alcuni manifestanti hanno scelto di rimanere in disparte, osservando da lontano, ma la maggioranza ha preso parte agli scontri.
La Leonardo è da settimane indicata come obiettivo simbolico dai collettivi, accusata di “alimentare la guerra” con la produzione di sistemi militari. La contestazione si è saldata con la rabbia esplosa dopo l’abbordaggio israeliano della Global Sumud Flotilla, che ha scatenato mobilitazioni in tutto il Piemonte. Torino, ancora una volta, si conferma l’epicentro di una protesta che intreccia temi internazionali e locali.
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La città arriva a questo punto dopo una notte già durissima: le OGR, sede dell’Italian Tech Week, sono state prese d’assalto da un gruppo di facinerosi pro Palestina che hanno divelto arredi, scavalcato cancelli e devastato porte e vetrate. Dentro quegli stessi spazi oggi parlava Jeff Bezos, fondatore di Amazon, che ha esaltato la forza delle startup e l’“ottimismo quasi illusorio” come motore degli imprenditori. Una contrapposizione feroce: la retorica del futuro e dell’innovazione da un lato, i lacrimogeni e le pietre dall’altro.
Il 3 ottobre non è solo la data della visita di Bezos a Torino, ma anche quella dello sciopero di Amazon a Brandizzo, dove i lavoratori e i movimenti hanno presidiato i cancelli con lo slogan “Blocchiamo tutto”. Una protesta che, fin dalle prime ore del mattino, ha intrecciato la denuncia dello sfruttamento nei magazzini con la solidarietà al popolo palestinese.
Gli studenti sono entrati in piazza con lo slogan “Blocchiamo Bezos”, raccogliendosi al Parco Artiglieri da Montagna, a pochi passi dalle OGR. Nel frattempo i cortei si moltiplicavano tra corso Vittorio, corso Stati Uniti e piazza Gaza, bloccando il traffico e obbligando la polizia a presidiare gli ingressi della tangenziale.
Gli episodi di oggi alla Leonardo rappresentano però il salto di qualità più preoccupante. Non più solo cortei, ma veri scontri, con lanci di pietre e scritte sui mezzi privati. Le forze dell’ordine hanno intensificato l’uso di lacrimogeni, mentre il corteo continuava a scandire slogan contro Israele e contro il ruolo delle multinazionali.
Sul piano politico non mancano le polemiche. Il ministro Matteo Salvini ha definito i manifestanti “teppisti” e non pacifisti, invocando misure drastiche come una cauzione preventiva per chi organizza cortei. La Lega piemontese ha attaccato il sindaco Stefano Lo Russo, accusato di lasciare campo libero ai centri sociali mentre si trova in Giappone per una missione istituzionale.
Torino vive così una giornata a doppio volto: da un lato la capitale dell’innovazione, con Von der Leyen, Elkann e Bezos a esaltare il futuro delle tecnologie; dall’altro le strade invase da cortei, scioperi e scontri, con le scritte “Free Gaza” a marchiare la città come simbolo della protesta internazionale.
Il bilancio è di disagi pesantissimi per i cittadini, ritardi sui voli a Caselle, traffico bloccato e un clima politico sempre più polarizzato. La coincidenza con l’Italian Tech Week ha amplificato lo scontro tra due narrazioni opposte: l’ottimismo della Silicon Valley e la rabbia delle piazze. Torino, ancora una volta, paga il prezzo di essere crocevia tra globalizzazione e resistenza sociale.
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