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Cronaca
29 Settembre 2025 - 12:20
Carcere di Cuneo, droga nascosta in pennello da barba e tubetto di pomodoro
Un pomeriggio di ordinaria vigilanza si è trasformato in un’operazione di rilievo alla Casa Circondariale di Cuneo, dove la Polizia Penitenziaria ha sequestrato un consistente quantitativo di sostanze stupefacenti destinate al circuito carcerario. L’episodio è avvenuto sabato 27 settembre 2025, quando un detenuto di recente ingresso è stato sottoposto a un accurato controllo.
Gli agenti hanno scoperto diversi involucri di cocaina, eroina, crack e hashish abilmente nascosti all’interno di oggetti di uso comune: un pennello da barba e un tubetto termosaldato di concentrato di pomodoro. Le sostanze erano già confezionate in dosi pronte all’uso o allo spaccio, a conferma di un tentativo organizzato di farle entrare all’interno dell’istituto.
L’intervento tempestivo ha impedito che la droga circolasse tra i detenuti, evitando conseguenze gravi per la sicurezza interna. Operazioni di questo tipo mettono in luce da un lato la capacità investigativa e il senso del dovere della Polizia Penitenziaria, dall’altro la costante pressione che il sistema carcerario italiano subisce a causa dei tentativi di introduzione di sostanze illecite.
Sul successo dell’operazione è intervenuto Leo Beneduci, segretario generale dell’OSAPP (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria): «Nonostante le gravi e note carenze di organico e le difficoltà operative quotidiane, il personale di Polizia Penitenziaria continua a distinguersi per professionalità e abnegazione, garantendo la sicurezza degli istituti penitenziari italiani. Episodi come quello avvenuto a Cuneo dimostrano, ancora una volta, come il sistema carcerario si regga esclusivamente sul sacrificio e sulla dedizione degli agenti. È ora che le istituzioni ne prendano atto concretamente».
Il sequestro di Cuneo conferma una tendenza ormai diffusa: la creatività e la determinazione con cui si tenta di introdurre droghe e altri materiali proibiti all’interno delle carceri. Dai pacchi alimentari ai doppi fondi negli indumenti, fino all’uso di droni o di familiari come corrieri, le cronache raccontano un fenomeno in crescita che mette costantemente alla prova le capacità di controllo delle forze in servizio.
L’episodio accende nuovamente i riflettori sulle criticità del sistema penitenziario italiano, segnato da sovraffollamento, scarsità di risorse e organici ridotti. In questo contesto, la professionalità del corpo di Polizia Penitenziaria rimane l’ultimo baluardo di sicurezza, ma non può sostituire politiche strutturali di rafforzamento e investimenti concreti in uomini e mezzi.
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