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Cronaca

Torino, maxi blitz all’alba nel parco: sgomberata la roccaforte di spaccio e prostituzione

Polizia di Stato, Polizia locale, cinofili e Amiat in azione: ripristinato il decoro dopo anni di degrado. Politica divisa tra rivendicazioni e attese per i prossimi interventi

Torino, assalto all’alba nel parco di via Cigna: sgomberata la roccaforte di spaccio e prostituzione

Torino, maxi blitz all’alba nel parco: sgomberata la roccaforte di spaccio e prostituzione

Alle prime luci di oggi Torino si è svegliata con il rumore di un’operazione di forza. Nel quartiere Barriera di Milano, precisamente nel tratto compreso tra via Cigna e via Sempione, le forze dell’ordine hanno effettuato un intervento mirato che ha riportato decoro e legalità in un parco pubblico da tempo sottratto ai cittadini. La zona, segnalata da mesi come una vera e propria area off-limits, era diventata terreno fertile per criminalità organizzata, spaccio di droga, prostituzione e bivacchi.

Il blitz è scattato all’alba con la partecipazione di Polizia di Stato, Polizia locale, reparto cinofili e operatori Amiat. Un dispiegamento imponente che ha permesso di sgomberare gli occupanti abusivi, sequestrare materiali sospetti e avviare immediatamente la bonifica ambientale. Secondo quanto riferito, il parco era ormai impraticabile: degrado, insicurezza e paura avevano reso impossibile la frequentazione da parte delle famiglie. Oggi, almeno formalmente, quello spazio torna a essere fruibile per i residenti, che da anni chiedevano un intervento capace di restituire normalità a un pezzo di città segnato dall’abbandono.

Non si tratta di un intervento isolato, ma della conseguenza di numerosi documenti politici, tavoli in Prefettura e segnalazioni presentate negli ultimi mesi. La pressione esercitata da comitati di quartiere e forze politiche ha costretto le istituzioni ad agire, con un risultato che viene definito “un traguardo” da chi rivendica la paternità della battaglia. «Quanto verificatosi quest’oggi è l’ennesimo traguardo e la conferma che Fratelli d’Italia non retrocede di un millimetro», ha dichiarato il capogruppo in Consiglio comunale, sottolineando che «continueremo a lottare per ogni angolo di questa città, ponendo in essere ogni forma legale per debellare tutto ciò che da tempo sta rendendo infernale la vita di moltissimi cittadini».

Il ringraziamento è andato anche al presidente Valerio Lomanto, «sempre presente sul territorio», e alle forze dell’ordine che hanno garantito sicurezza durante lo sgombero. Citato anche il lavoro degli operatori Amiat, definiti «fondamentali in una circoscrizione difficile che ogni giorno li mette davanti a sfide impossibili». La linea politica è chiara: rivendicare l’intervento come una vittoria di decoro e sicurezza, con l’impegno a proseguire lungo questa strada.

Ma lo sgombero del parco di via Cigna non esaurisce le criticità. Lo stesso comunicato politico ha rilanciato il tema della riqualificazione urbana, con un appello all’amministrazione comunale per interventi strutturali che vadano oltre la semplice bonifica. Tre i dossier indicati come prioritari: la riqualifica dell’ex Gondrand, la messa in sicurezza dell’ex stabilimento Ferrovie dello Stato e l’abbattimento delle piscine Sempione, considerate simboli del degrado urbano che alimentano insicurezza e marginalità.

La vicenda mette ancora una volta in luce il paradosso di quartieri popolari come Barriera di Milano: da un lato, l’impegno e la reattività di cittadini e associazioni che denunciano situazioni insostenibili; dall’altro, l’incapacità delle istituzioni di intervenire con tempestività prima che l’emergenza esploda. Nonostante l’intervento di oggi, la percezione di molti residenti resta sospesa tra sollievo e scetticismo: la storia di Torino insegna che sgomberi e blitz hanno spesso un effetto immediato, ma rischiano di rimanere temporanei se non accompagnati da programmi di riqualificazione sociale e infrastrutturale.

Il parco di via Cigna è tornato ai cittadini. Ora resta da capire per quanto tempo e, soprattutto, se questo intervento segnerà davvero l’inizio di una trasformazione più profonda del quartiere. Perché il degrado urbano non si cancella in una mattina: servono scelte coraggiose, risorse e una visione di lungo periodo che riporti sicurezza e dignità a un’area che da troppo tempo vive nell’ombra.

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