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Cronaca
23 Settembre 2025 - 18:15
Morto sul lavoro in Piemonte: crolla il rivestimento del muro, 54enne ucciso in cantiere
Un’altra morte sul lavoro scuote il Piemonte. Questa mattina, 23 settembre 2025, un operaio di 54 anni residente a Torino ha perso la vita sulle alture di Limone Piemonte, in provincia di Cuneo. L’uomo stava lavorando in un cantiere nei pressi della piazzola di arrivo della Telecabina Bottero, sopra la frazione Quota 1400, quando una parte di muro ha improvvisamente ceduto e lo ha schiacciato.
Secondo le prime ricostruzioni, l’operaio si trovava impegnato in lavori di consolidamento nell’area della stazione sciistica quando la struttura ha ceduto, travolgendolo senza lasciargli scampo. I colleghi hanno immediatamente dato l’allarme, ma i soccorsi si sono rivelati inutili: quando i sanitari sono arrivati sul posto, l’uomo era già deceduto.
Sul luogo dell’incidente sono intervenuti i carabinieri e gli ispettori dello Spresal dell’Asl, il Servizio di prevenzione e sicurezza degli ambienti di lavoro, per i rilievi e le verifiche necessarie. Sarà compito degli inquirenti stabilire le cause esatte del crollo, accertare se siano state rispettate le norme di sicurezza e chiarire la fase lavorativa in cui si trovava la vittima al momento del cedimento.
La tragedia di Limone Piemonte si inserisce in un quadro drammatico. Nei primi sette mesi del 2025 in Piemonte si contano 44 morti sul lavoro, un dato in aumento rispetto ai 36 registrati nello stesso periodo del 2024. A livello nazionale, nello stesso arco di tempo, gli infortuni mortali sono stati 607, con un incremento del 5,2% rispetto all’anno precedente. La provincia di Cuneo, da sola, ha registrato 9 vittime dall’inizio dell’anno. Numeri che fotografano un fenomeno tutt’altro che in calo e che continuano a sollevare interrogativi sulla reale efficacia delle misure di prevenzione e sulla cultura della sicurezza nei cantieri.
La dinamica dell’incidente di oggi è ancora al vaglio, ma appare evidente che anche un singolo cedimento strutturale può trasformarsi in una condanna definitiva quando i protocolli di protezione non sono sufficienti o quando le condizioni del lavoro in quota aumentano i rischi. Spresal e magistratura dovranno chiarire se vi siano state responsabilità dirette o omissioni.
Intanto, resta il dolore per una vita spezzata improvvisamente, in un luogo simbolo delle montagne cuneesi che oggi si trasforma in scenario di lutto. E resta l’ennesima conferma che la piaga delle morti bianche non è un’emergenza occasionale, ma un problema strutturale che continua a colpire con numeri impressionanti.
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