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Cronaca

Pedopornografia e presunta violenza sessuale, custodia in carcere per un 35enne

Un 35enne di nazionalità ecuadoriana è finito in carcere dopo il ritrovamento di video e una denuncia

Pedopornografia e presunta violenza sessuale, arresto a Torino: una misura cautelare

Pedopornografia e presunta violenza sessuale, arresto a Torino: una misura cautelare (foto di repertorio)

La Polizia di Stato esegue una misura cautelare in carcere: un 35enne di nazionalità ecuadoriana indagato per violenza sessuale aggravata continuata e tentata prostituzione minorile. L’ordinanza è stata emessa dal GIP di Torino a seguito di una complessa attività investigativa partita dalla denuncia di una madre e culminata nel sequestro di materiale a contenuto pedopornografico sui dispositivi dell’indagato.

Le indagini, coordinate dal commissariato di Polizia San Paolo, sono scattate dopo che una madre ha segnalato comunicazioni telefoniche sospette intercettate tra un adulto e suo figlio minorenne. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, l’uomo avrebbe rivolto al ragazzo apprezzamenti di natura sessuale e gli avrebbe rivolto pressanti richieste di prestazioni sessuali, promettendo in cambio regali e perfino sostanze stupefacenti. La denuncia ha messo in moto una serie di accertamenti che hanno portato alla perquisizione del domicilio dell’indagato: durante l’ispezione, effettuata di notte, gli agenti hanno trovato l’uomo in compagnia di due minori, non legati a lui da vincoli di parentela.

L’analisi del materiale informatico rinvenuto sui dispositivi dell’indagato ha consentito di riscontare la presenza di video e file a carattere pedopornografico, che sono stati sequestrati. Sulla base di questi elementi, la Polizia ha proceduto al fermo dell’uomo per il reato di produzione di materiale pornografico con minori di anni 18: il fermo è stato convalidato dal giudice e ha portato all’applicazione della misura cautelare in carcere.

Le successive attività investigative, condotte dagli operatori del Commissariato, hanno permesso di raccogliere elementi aggiuntivi che hanno indotto l’Autorità Giudiziaria a emettere un’ulteriore ordinanza di custodia cautelare in carcere. Le nuove imputazioni contestate all’indagato comprendono la violenza sessuale aggravata continuata, in riferimento ad azioni riprese nei video trovati sui suoi cellulari, e la tentata prostituzione minorile: l’accusa è che l’uomo promettesse beni e denaro agli adolescenti con cui entrava in contatto in cambio di prestazioni sessuali.

Al momento dell’ultima ordinanza il trentacinquenne si trovava già in carcere in conseguenza del fermo iniziale; la nuova misura cautelare emessa dal GIP ha quindi sostituito e rafforzato il quadro restrittivo a suo carico. Gli inquirenti ribadiscono che l’attività investigativa resta nella fase delle indagini preliminari e che la responsabilità dell’indagato sarà definitivamente accertata solo con una eventuale sentenza irrevocabile.

Il procedimento coinvolge più profili sensibili — la tutela dei minorenni, la produzione e diffusione di materiale pedopornografico, nonché le ipotesi di sfruttamento sessuale — e si muove secondo le procedure previste dall’ordinamento: sequestri probatori, analisi tecniche dei dispositivi, differenti gradi di valutazione da parte dell’Autorità Giudiziaria. Le attività della Polizia di Stato proseguiranno con ulteriori accertamenti volti a chiarire dinamiche, responsabilità e eventuali complicità, mentre la Procura seguirà il fascicolo fino alle determinazioni giudiziarie successive.

La vicenda, così come ricostruita dagli investigatori, sottolinea ancora una volta l’importanza delle segnalazioni tempestive e della collaborazione tra cittadini e forze dell’ordine nel contrasto ai reati che coinvolgono minori. Al tempo stesso, data la natura degli atti contestati e lo stato delle indagini, vale il principio costituzionale della presunzione di non colpevolezza: ogni valutazione definitiva potrà essere formulata solo all’esito dell’iter processuale e delle decisioni giudiziarie.

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