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Cronaca
18 Settembre 2025 - 09:04
Tragedia a Saint-Pierre: trattore travolge passeggino: muore un bambino di tre mesi
Un pomeriggio di lavoro si è trasformato in una tragedia che scuote l’intera comunità valdostana. Mercoledì 17 settembre, intorno alle 17, sulla collina di Saint-Pierre, nel territorio di Aosta, un bambino di tre mesi è stato travolto da un trattore mentre si trovava nel suo passeggino. La scena si è consumata in pochi istanti all’interno di un’azienda agricola: un gesto quotidiano, una manovra di routine, si è rivelata fatale.
Secondo le prime ricostruzioni, il mezzo agricolo stava effettuando una manovra quando ha urtato il passeggino, con il piccolo che non ha avuto possibilità di scampo. Sul posto sono arrivati subito i carabinieri e l’elisoccorso, mentre i sanitari hanno tentato ogni procedura possibile per stabilizzare il bambino. Il trasferimento d’urgenza all’ospedale Beauregard di Aosta non è bastato: i traumi riportati erano troppo gravi, e nonostante gli sforzi dei medici la vita del piccolo si è spenta poco dopo.
Il dolore della famiglia resta oggi al centro della vicenda, mentre gli investigatori lavorano per chiarire la dinamica esatta dell’incidente. Restano da verificare la posizione dei mezzi, le condizioni dell’area di manovra e gli spazi di sicurezza disponibili. Ogni dettaglio sarà oggetto di accertamenti formali, senza margini per ipotesi affrettate.
Il fatto, però, ripropone con forza un tema che attraversa da anni il settore agricolo: la convivenza tra lavoro e vita quotidiana all’interno delle aziende. Campi, stalle e spazi di manovra non sono soltanto luoghi operativi, ma spesso aree in cui si muovono bambini e familiari. Quando mezzi pesanti come trattori e macchinari agricoli operano in prossimità di persone, i rischi aumentano in modo esponenziale. La prevenzione in questi contesti non è un dettaglio burocratico, ma una condizione necessaria: delimitare gli spazi, garantire visibilità, tracciare percorsi distinti tra persone e veicoli può rappresentare l’unico argine contro l’imprevisto.
I dati nazionali mostrano quanto la sicurezza in ambito agricolo resti una sfida aperta. Secondo l’INAIL, il settore registra ogni anno centinaia di infortuni legati all’uso di trattori e macchinari, spesso con esiti drammatici. La Commissione europea ha più volte richiamato l’attenzione sulla necessità di rafforzare la formazione e i dispositivi di protezione nelle aree rurali, sottolineando che gli incidenti non colpiscono soltanto i lavoratori, ma talvolta anche i loro familiari.
Questa volta la vittima è un neonato, e la notizia non lascia indifferenti. Ogni singolo passaggio sarà ora ricostruito dagli inquirenti, ma la domanda resta sospesa: come è possibile proteggere adeguatamente i più piccoli in luoghi dove i mezzi agricoli si muovono in maniera costante? La risposta non può che arrivare da una cultura della sicurezza condivisa, che non si limita a rispettare regole formali ma si traduce in vigilanza costante e nella consapevolezza che un istante di disattenzione può trasformare una giornata di lavoro in una tragedia irreparabile.
La chiusura dell’indagine stabilirà responsabilità e dinamiche, ma il dato certo è già davanti agli occhi: un bambino di tre mesi ha perso la vita in circostanze che non avrebbero mai dovuto verificarsi.
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