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Cronaca

Parco del Valentino a Torino: 40enne aggredito da un branco di quattro giovani tra calci, pugni e bottigliate

Quattro giovani assaltano un 40enne: calci e bottigliate, rubati cellulare e occhiali. Indagano i carabinieri

Parco del Valentino a Torino

Parco del Valentino a Torino: 40enne aggredito da un branco di quattro giovani tra calci, pugni e bottigliate

Cinque minuti che sembrano un’eternità, scanditi da calci, pugni e bottigliate. È il tempo che ha separato la tranquillità di una notte di rientro dal buio di un’aggressione brutale. La vittima, un quarantenne torinese che chiameremo Giorgio, è stato assalito da un gruppo di quattro giovani all’uscita della discoteca One, nel parco del Valentino, nella notte tra venerdì e sabato. Nessuna rapina organizzata, nessun regolamento di conti: solo violenza fine a se stessa.

L’episodio si è consumato intorno alle due. Dopo aver salutato gli amici, l’uomo si era avviato verso la propria auto parcheggiata nei pressi dell’arco di corso Vittorio Emanuele II. Lì l’incontro con una panchina occupata da ragazzi, un pretesto banale come una sigaretta, poi l’accusa di aver guardato in modo “sbagliato” la ragazza di uno del gruppo. È bastato questo per far scattare il pestaggio. Tre ragazzi e una giovane donna, nessuno apparentemente oltre i 25 anni, felpe con cappuccio e jeans larghi, lo hanno circondato e colpito ripetutamente. Alla violenza fisica si sono aggiunte bottigliate, mentre nella confusione a terra sono finiti cellulare e occhiali, portati via dagli aggressori. Il portafogli invece è rimasto nella giacca, ulteriore indizio di un’azione nata più per umiliare che per rubare.

Il bilancio clinico è pesante: fratture al naso, allo zigomo e a due costole, ferite profonde al volto suturate con otto punti presso l’ospedale Molinette. La prognosi è di venti giorni, senza intervento chirurgico immediato ma con conseguenze che non si cancellano in fretta. Tornato nella sua abitazione di Santa Rita, l’uomo porta i segni fisici e un turbamento difficile da archiviare.

Alcuni elementi potrebbero rivelarsi utili alle indagini. La vittima ha riferito dettagli sull’accento e sull’aspetto degli aggressori, che verranno vagliati dagli inquirenti. A dare l’allarme è stato un collega uscito poco dopo dalla discoteca, mentre diversi passanti si sarebbero allontanati per paura. Quando i carabinieri sono giunti sul posto, il gruppo si era già dileguato. Resta un dettaglio significativo: le felpe sgargianti indossate dagli assalitori. In un’area come quella del Valentino, dotata di videosorveglianza, non è escluso che le immagini possano restituire tracce decisive, confermando tempi e direzioni della fuga.

La dinamica mette in evidenza un fenomeno sempre più frequente nella movida urbana: la violenza gratuita, innescata da motivi futili e amplificata dal branco. Accanto a questo, pesa l’indifferenza dei presenti, spesso più propensi ad allontanarsi che a intervenire. Due aspetti che si rafforzano a vicenda e che chiamano in causa la necessità di risposte integrate: maggiore prevenzione nelle zone della notte, controlli dinamici, ma anche educazione alla gestione del rischio e alla richiesta tempestiva di aiuto.

Oggi restano le fratture, le costole incrinate, i punti di sutura e soprattutto l’impressione che una notte qualsiasi possa trasformarsi all’improvviso in un agguato. Restano anche le domande su chi fossero quei quattro giovani, su cosa li abbia spinti a colpire senza motivo apparente, e sull’assenza di un limite che ha reso possibile un’aggressione tanto violenta quanto inutile. Saranno le indagini e le telecamere, se avranno registrato qualcosa, a dire se quei cappucci colorati avranno presto un nome e se la giustizia riuscirà a chiudere il cerchio.

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