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Cronaca

I nomadi bivaccano e Torino sprofonda nel degrado

Regio Parco sotto pressione: presenza persistente di gruppi nomadi denunciata dai residenti tra degrado, timori per la sicurezza e pressioni politiche per interventi concreti

I nomadi bivaccano

I nomadi bivaccano e Torino sprofonda nell'incuria

Il quartiere Regio Parco torna al centro delle cronache cittadine, non per iniziative culturali o lavori pubblici, ma per la presenza persistente di gruppi di nomadi che, secondo i residenti e alcuni esponenti politici locali, avrebbero trasformato tratti di via Cravero, corso Taranto e via Pergolesi in veri e propri punti di bivacco. La documentazione fotografica raccolta in queste settimane mostra accumuli di materiali e presenza continua di persone che, secondo chi denuncia la situazione, occupano marciapiedi e aree pubbliche con crescente impatto su decoro, igiene e sicurezza.

Le segnalazioni arrivano da più fronti: cittadini stanchi dei disagi quotidiani e rappresentanti politici locali, in particolare il capogruppo di Fratelli d’Italia, che sottolinea come la situazione rappresenti un problema che va oltre la semplice marginalità sociale. La percezione di prepotenza e di arroganza degli individui presenti è al centro delle proteste, con accuse pesanti legate a comportamenti aggressivi e a una presunta trasmissione di abitudini delinquenziali ai minori.

Il problema, secondo i denuncianti, non riguarda soltanto la presenza fisica sul territorio ma anche le conseguenze indirette: traffico pedonale ostacolato, sporcizia diffusa, insicurezza percepita dai cittadini, in particolare donne e anziani. La tensione cresce soprattutto in assenza di interventi efficaci e coordinati da parte delle autorità, alimentando un clima di frustrazione e sfiducia verso la gestione del territorio.

Da parte politica, le dichiarazioni sono nette e senza sfumature: il capogruppo di Fratelli d’Italia sottolinea la volontà di non retrocedere nella difesa del quartiere e sollecita provvedimenti concreti per l’allontanamento dei gruppi, definendo la loro presenza come una forma di intimidazione che non sarà tollerata. Il discorso mette in evidenza un approccio che combina attenzione al rispetto delle norme con la richiesta di maggiore efficacia nella gestione della sicurezza urbana, ribadendo come l’interesse dei residenti debba essere una priorità per l’amministrazione locale.

Sul fronte operativo, rimane centrale il ruolo delle forze dell’ordine e dei servizi sociali: i primi chiamati a garantire la legalità e il controllo del territorio, i secondi a monitorare le condizioni di vulnerabilità dei nuclei familiari coinvolti. La questione solleva inoltre interrogativi sul ruolo delle istituzioni nel prevenire fenomeni di degrado e di tensione sociale, e sulla necessità di una strategia integrata che contempli sicurezza, decoro urbano e inclusione sociale senza generare ulteriori conflitti.

La vicenda di Regio Parco resta aperta: tra segnalazioni dei residenti, pressioni politiche e azioni delle autorità, il quartiere vive una situazione di convivenza difficile, dove decoro, sicurezza e diritto alla città si confrontano quotidianamente con comportamenti percepiti come ostili e prevaricatori, e dove ogni intervento diventa cruciale per definire un equilibrio sostenibile tra ordine pubblico e rispetto dei diritti di tutti i cittadini.

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