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Cronaca

Bottiglie, coltelli e sangue a terra: il giardino Montanaro diventa teatro di risse e violenza

Nel parco abbandonato tra baby gang, spaccio e degrado si è consumata l’ennesima notte di scontri con feriti e accuse di immobilismo

Bottiglie, coltelli e sangue a terra

Bottiglie, coltelli e sangue a terra: il giardino Montanaro diventa teatro di risse e violenza

Il giardino Montanaro, uno dei polmoni verdi della Circoscrizione 6 di Torino, è ormai sinonimo di degrado e violenza. Dove un tempo c’era un’area giochi, oggi restano solo arredi distrutti e spazi occupati da baby gang e spacciatori. Qui, nella serata di ieri, si è consumata l’ennesima rissa, con un bilancio fatto di sangue sul selciato, fazzoletti insanguinati abbandonati e racconti di residenti che parlano di bottiglie, coltelli e mazze branditi come armi.

Chi si trovava nei pressi riferisce di scene da guerriglia urbana: gruppi di giovani che si affrontano senza freni, con violenza crescente e sempre meno timore delle conseguenze. Alcuni dei partecipanti sarebbero rimasti feriti, anche se non è chiaro se abbiano fatto ricorso a cure mediche. Questa mattina, i segni dello scontro erano ancora visibili sul terreno, confermando l’impressione di un luogo che, dopo il calare del sole, si trasforma in una terra di nessuno.

Il tema della sicurezza nel quartiere Barriera di Milano non è nuovo. Da tempo i cittadini denunciano episodi di spaccio, aggressioni e rapine, soprattutto ai danni di anziani, con collanine strappate e rivendute poche ore dopo per pochi euro. A questo si aggiunge la percezione che i controlli non siano sufficienti. Telecamere installate nell’area non avrebbero impedito il degenerare della violenza, alimentando dubbi sulla loro reale efficacia e sulla mancanza di sorveglianza attiva.

La polemica politica non si è fatta attendere. Dal fronte di Fratelli d’Italia arrivano accuse dirette all’amministrazione cittadina, accusata di immobilismo. Si chiede non solo un aumento della presenza delle forze dell’ordine, ma anche un piano strutturato di controlli sui compro oro, ritenuti terminali del mercato illegale delle collanine rubate. L’invito rivolto al sindaco e agli assessori competenti è quello di “vivere il quartiere di sera senza scorte né auto blu”, per constatare personalmente le condizioni in cui si trovano a convivere i residenti.

L’episodio del giardino Montanaro riaccende il dibattito su un quartiere segnato da contraddizioni. Barriera di Milano è uno dei luoghi più popolosi e multiculturali della città, ma anche uno degli scenari in cui emergono con maggiore evidenza le tensioni legate a marginalità sociale, microcriminalità e assenza di spazi realmente fruibili dai cittadini. Se i giardini diventano zone di scontro anziché luoghi di socialità, il problema non riguarda più soltanto l’ordine pubblico ma anche la tenuta del tessuto urbano.

La questione resta aperta: servono più pattuglie? Un presidio fisso? Maggiori strumenti investigativi per interrompere le filiere dello spaccio e del riciclaggio? Intanto i cittadini continuano a chiedere sicurezza, denunciando la distanza tra la quotidianità di quartiere e la lentezza delle risposte istituzionali. La rissa di ieri sera, con le immagini di sangue a terra ancora visibili stamattina, resta una fotografia impietosa di come il giardino Montanaro, da luogo di gioco e incontro, sia diventato un simbolo di abbandono e paura.

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