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Cronaca

Professionista raggirato da un finto carabiniere: truffa da 14 mila euro sventata in una banca di Cuneo

Un sms, una telefonata con numero contraffatto e la prontezza di cassiere e polizia: così è stato fermato un bonifico-trappola

Professionista raggirato da un finto carabiniere

Professionista raggirato da un finto carabiniere: truffa da 14 mila euro sventata in una banca di Cuneo

A Cuneo un normale giorno feriale di sportello si è trasformato in un episodio che racconta bene quanto le truffe digitali e telefoniche siano ormai raffinate e insidiose. Un uomo di mezza età, professionista conosciuto in città, si è presentato in banca il 10 settembre scorso chiedendo di effettuare un bonifico urgente di 14 mila euro. Non sapeva spiegare il motivo dell’operazione, era agitato e appariva sotto pressione. A notare che qualcosa non tornava è stato il cassiere, che ha avvisato il direttore: insieme hanno deciso di contattare la polizia di Stato.

Quando gli agenti sono arrivati, hanno trovato l’uomo ancora in linea con un interlocutore che si presentava come “comandante” dei carabinieri, collegato da un numero fisso che riportava apparentemente l’intestazione del comando provinciale di Cuneo. La vittima, convinta di parlare davvero con un ufficiale, stava per completare la disposizione del bonifico. Solo l’intervento tempestivo degli agenti ha fermato il trasferimento di denaro, consentendo all’uomo di comprendere il raggiro e interrompere la conversazione.

Il meccanismo usato dai truffatori è quello dello spoofing telefonico, una tecnica che falsifica i dati di identificazione della chiamata. In pratica il numero che compare sul display sembra quello di un ente legittimo – in questo caso i carabinieri – mentre in realtà è solo una maschera digitale dietro cui si nasconde il criminale. Prima ancora della telefonata, l’uomo aveva ricevuto un sms ingannevole, con cui veniva avvertito che il suo conto corrente era sotto sequestro. Per evitarlo, bastava cliccare su un link e seguire alcune procedure.

Presa dal panico, la vittima aveva eseguito le istruzioni, finendo in un ingranaggio che l’aveva condotta direttamente al contatto telefonico con il falso carabiniere. Il truffatore lo aveva rassicurato: nessun blocco del conto, a patto che avesse disposto un bonifico immediato di 14 mila euro verso un conto corrente “di sicurezza” da lui indicato. Un racconto plausibile, condito da toni ufficiali e dall’apparente autorevolezza di chi parla con una divisa alle spalle.

Se il cassiere non avesse colto i segnali di anomalia, l’uomo avrebbe perso i suoi risparmi in pochi minuti. La vicenda mostra ancora una volta come queste frodi non colpiscano solo persone anziane o fragili, ma anche professionisti abituati a gestire somme e pratiche complesse. La paura di subire un danno patrimoniale immediato, combinata con l’autorevolezza presunta dell’interlocutore, è sufficiente a disarmare chiunque.

La truffa sventata a Cuneo si inserisce in una ondata crescente di spoofing e phishing che attraversa l’Italia. Le forze dell’ordine ricordano che nessun ente ufficiale – né carabinieri, né polizia, né banche – chiede mai trasferimenti di denaro o dati sensibili tramite link, sms o telefonate improvvise. È una regola che può sembrare banale, ma che diventa fondamentale di fronte a raggiri sempre più sofisticati, capaci di ingannare anche gli occhi più attenti.

Il caso ha acceso la discussione anche sul ruolo cruciale delle banche come primo baluardo contro le frodi. L’attenzione del personale di sportello ha evitato una truffa che altrimenti si sarebbe consumata in silenzio, con la vittima che probabilmente avrebbe scoperto troppo tardi di aver consegnato il denaro ai criminali. Non è la prima volta che operatori bancari si trasformano in sentinelle, intercettando situazioni anomale e attivando le forze dell’ordine.

Resta il fatto che gli autori di questi raggiri restano spesso difficili da rintracciare. I conti su cui confluiscono i bonifici vengono aperti con documenti falsi o intestati a prestanome, e le linee telefoniche usate per lo spoofing sono facilmente disattivabili. La repressione penale si scontra con la velocità e l’internazionalità di questi circuiti. La vera arma, ribadiscono gli investigatori, è la prevenzione: informare i cittadini, riconoscere i segnali e non cadere nella trappola della fretta.

Il professionista di Cuneo ha avuto la fortuna di incrociare, nella sua corsa verso lo sportello, lo sguardo vigile di un cassiere. Per altri, meno fortunati, la stessa scena si chiude con la consapevolezza di aver perso migliaia di euro in pochi secondi. La differenza la fanno attenzione, sangue freddo e, come in questo caso, la prontezza di chi dietro un vetro di banca non si limita a eseguire ordini, ma sceglie di farsi custode della sicurezza collettiva.

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