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Cronaca
25 Luglio 2025 - 09:48
Biella, vogliono rubare i gioielli di un’anziana fingendosi carabinieri
Una storia che poteva chiudersi con un altro anziano derubato, e invece si è trasformata in un’azione esemplare di prevenzione e prontezza, grazie all’occhio attento di un impiegato della Banca Sella di Biella. È successo tutto nel giro di poche ore, ma il meccanismo messo in atto dai truffatori era studiato nei minimi dettagli: finti carabinieri, una telefonata allarmante e una richiesta urgente di denaro. Un copione già visto, che stavolta però ha trovato un ostacolo inaspettato.
La protagonista, suo malgrado, è una donna anziana, che si era recata nella filiale per accedere alla sua cassetta di sicurezza, dove custodiva gioielli e oggetti di valore. Aveva intenzione di prelevarli e consegnarli a due sconosciuti che l’avevano contattata telefonicamente, spacciandosi per militari dell’Arma, con una storia strappalacrime: un incidente stradale in cui sarebbe stato coinvolto un parente stretto, e la necessità immediata di 10mila euro per coprire presunte spese legali e risarcimenti.
Un copione già noto agli inquirenti, che purtroppo continua a mietere vittime in tutta Italia. Ma stavolta qualcosa non ha funzionato. L’impiegato della filiale, notando l’agitazione e le motivazioni vaghe dell’anziana, ha deciso di non restare in silenzio. Ha contattato in modo discreto le forze dell’ordine, fornendo una descrizione della situazione e chiedendo un intervento urgente.
A quel punto, i poliziotti si sono messi a seguire la donna, senza fermarla, ma tenendola sotto controllo fino al momento dell’incontro con i due truffatori. Una volta avvenuto il contatto, gli agenti sono intervenuti, bloccando i sospetti in flagranza. Dai controlli successivi è emerso che entrambi avevano precedenti penali specifici e che l’automobile con cui erano arrivati era la stessa utilizzata il giorno precedente in Trentino, per una truffa culminata addirittura in rapina ai danni di un’altra anziana.
I due soggetti sono stati arrestati per tentata truffa in concorso, ma per gli investigatori si tratta di un caso che potrebbe aprire ulteriori sviluppi, anche su scala interregionale. Il veicolo verrà analizzato a fondo, così come i telefoni e gli eventuali contatti conservati nei dispositivi sequestrati. L’ipotesi è che i due facciano parte di un gruppo organizzato e itinerante, specializzato in truffe agli anziani con la tecnica del “falso incidente”.
La dinamica dell’inganno è ormai rodata: una telefonata che arriva nel primo pomeriggio o di sera, una voce che si spaccia per un carabiniere o un avvocato, e la narrazione drammatica di un incidente che coinvolge un figlio o un nipote. L’obiettivo è sempre lo stesso: colpire emotivamente la vittima, spingerla a non riflettere, a non contattare parenti o amici, ma a cedere rapidamente quanto ha di valore.
In questo caso, è bastato un gesto di attenzione da parte di un operatore bancario per evitare un dramma. Un segnale importante, che richiama ancora una volta alla necessità di formazione specifica per il personale degli sportelli bancari, spesso tra i pochi in grado di intercettare comportamenti anomali da parte di clienti vulnerabili.
La vicenda di Biella rappresenta anche un monito per le famiglie: parlare apertamente con i propri anziani, informarli, raccontare loro le tecniche di truffa più diffuse, può fare la differenza tra un errore irreparabile e una scelta consapevole. Le forze dell’ordine continuano a ripetere: mai fidarsi di chi telefona chiedendo denaro per un incidente, e soprattutto mai consegnare soldi o gioielli a sconosciuti, anche se indossano una divisa o mostrano tesserini.
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