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Cronaca
10 Settembre 2025 - 11:35
Cagnolino ucciso da un boccone avvelenato a Nichelino, cresce l’allarme nella cintura sud di Torino (foto archivio)
Un cagnolino morto, un quartiere sconvolto e una comunità che si stringe nella paura. A poche ore dalla chiusura per precauzione dell’area cani di via Garibaldi a Trofarello, dove il Comune aveva deciso di intervenire per evitare rischi, la notizia di un avvelenamento a Nichelino ha fatto crollare le residue certezze dei proprietari di animali nella cintura sud di Torino. L’episodio, avvenuto in via Stupinigi nei pressi del murales che caratterizza la zona, non ha lasciato scampo al cane nonostante i tempestivi soccorsi veterinari.
La dinamica è purtroppo nota. Il veleno ingerito si è rivelato fatale in pochi istanti, lasciando i padroni impotenti e la comunità con la sensazione di un pericolo invisibile che si insinua nelle strade e nei giardini. L’ombra dei bocconi avvelenati si allunga così su più comuni, trasformando un gesto criminale in un fenomeno che semina timore collettivo.
A dare voce all’allarme è stata la stessa proprietaria del cane, che sui social ha scritto un avviso destinato a rimbalzare in poche ore tra decine di condivisioni: «Volevo avvisare che in via Stupinigi dove c’è il murales hanno messo del veleno». Poi, la frase che sintetizza la tragedia: «Fate attenzione che hanno fatto morire il mio cagnolino». Parole che sono diventate un grido di dolore ma anche un appello alla prudenza, raccolto immediatamente dalla comunità locale
Le indagini sono già avviate. Avvelenare cani e gatti non è solo un gesto crudele, ma un reato grave che prevede conseguenze penali per maltrattamento e uccisione di animali. Le autorità competenti stanno lavorando per risalire ai responsabili e interrompere una scia che, negli ultimi mesi, ha più volte fatto parlare di episodi analoghi in diverse aree del Piemonte. Ma l’individuazione di chi prepara e dissemina esche avvelenate resta un compito complesso: spesso le sostanze sono lasciate in punti poco visibili e difficili da controllare in maniera capillare.
Nell’attesa di sviluppi investigativi, la prudenza rimane l’unica arma concreta. Tenere i cani al guinzaglio corto, vigilare con attenzione su aiuole e bordi strada, segnalare subito eventuali esche sospette: piccoli gesti che diventano fondamentali per la sicurezza. E, in caso di sospetto avvelenamento, la tempestività della chiamata al veterinario e alle forze dell’ordine può rivelarsi decisiva.
Episodi come quello di Nichelino non colpiscono solo gli animali: lasciano cicatrici nella fiducia reciproca, trasformano le aree comuni in luoghi di ansia e incrinano la convivenza civile. La lotta ai bocconi avvelenati, dunque, non è soltanto una questione di giustizia penale, ma un banco di prova per il senso civico e la capacità di una comunità di difendere i suoi spazi. In gioco non c’è solo la sicurezza degli animali, ma anche la possibilità di vivere quartieri sereni, dove passeggiare senza timore non diventi un lusso negato.
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