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Cronaca

"Avvocato, ma che fa?": clienti denunciano baci forzati, avances in studio e documenti trattenuti

Due donne hanno raccontato durante l’incidente probatorio episodi di approcci indebiti e pressioni, mentre l’indagato respinge tutte le accuse

"Avvocato ma che fa?"

Due donne denunciano un avvocato torinese: baci rubati e approcci indesiderati

Un avvocato del foro torinese si trova al centro di un’inchiesta delicata e dai contorni inquietanti. È indagato per violenza sessuale, molestie e appropriazione indebita a seguito delle denunce presentate da almeno due donne, entrambe assistite dallo stesso legale in vicende legate a situazioni di indebitamento. La vicenda, riportata nei giorni scorsi dal Corriere della Sera, è ora sotto la lente della procura di Torino, con le sostitute procuratrici Delia Boschetto e Antonella Barbera a coordinare le indagini.

Le presunte vittime, due donne di 45 e 44 anni, hanno raccontato la loro versione durante l’incidente probatorio, un passaggio cruciale dell’inchiesta. Entrambe hanno descritto episodi che, a loro dire, sarebbero andati oltre i limiti della professionalità. Una di loro ha riferito che, nel corso di un incontro in studio, il legale avrebbe tentato di baciarla con la forza, arrivando persino a stringerle il collo. Non pago, l’avrebbe seguita in bagno e, il giorno successivo, l’avrebbe invitata in un bar. Lì, secondo la testimonianza, avrebbe insistito con un nuovo approccio dopo averla fatta bere fino all’ubriachezza.

La seconda donna, che si era rivolta all’avvocato per un’altra pratica, ha ricostruito comportamenti simili, parlando di baci rubati e approcci indesiderati che nulla avevano a che vedere con il rapporto professionale. Entrambe hanno sottolineato di aver vissuto quelle situazioni come un abuso di fiducia e di ruolo da parte di chi, per funzione, avrebbe dovuto tutelarle nei loro problemi legali ed economici.

I racconti delle due clienti sono ora parte integrante del fascicolo d’indagine. Le donne sono assistite dagli avvocati Eleonora Mirò e Giuseppe Zucco, mentre l’indagato si difende attraverso i colleghi Chiara Luciani e Federico Caporale. Quest’ultimo respinge in blocco ogni addebito, definendo infondate le accuse.

Ma la posizione del professionista non si limita al solo fronte delle presunte violenze. La procura ha infatti acceso i riflettori anche su altri comportamenti: il legale è accusato di aver trattenuto documenti importanti affidati da una cliente e di aver tempestato una delle donne con telefonate insistenti, nel tentativo di convincerla a una cena. Una condotta che, se confermata, aggraverebbe il quadro già pesante delineato dalle deposizioni.

Il procedimento si trova ancora nella fase delle indagini preliminari, ma l’incidente probatorio ha consolidato la base accusatoria con testimonianze che, nei prossimi mesi, potrebbero orientare le scelte della procura. La vicenda apre interrogativi sul rapporto di fiducia che lega cliente e avvocato: un vincolo che, secondo le denunce, sarebbe stato spezzato da atteggiamenti predatori, in un contesto in cui la vulnerabilità delle persone coinvolte era già accentuata da difficoltà personali ed economiche.

Se l’inchiesta dovesse confermare le accuse, si tratterebbe di un caso di particolare gravità non solo dal punto di vista penale ma anche etico e deontologico, con inevitabili ripercussioni sull’immagine della professione forense torinese.

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