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Cronaca
20 Agosto 2025 - 14:45
Inseguimento per le vie del centro: arrestato un ricercato internazionale dopo la fuga a tutta velocità
Ferragosto di tensione a Cuneo, dove un inseguimento in pieno centro città ha portato all’arresto di un uomo ricercato in campo internazionale. Tutto è cominciato quando gli agenti della Squadra Volante della Polizia di Stato hanno intimato l’alt a una Ford Fiesta che percorreva le strade della città. Il conducente, anziché fermarsi, ha deciso di premere sull’acceleratore e tentare la fuga, trasformando quello che poteva essere un normale controllo in un inseguimento ad alta tensione.
La corsa, durata pochi minuti, si è conclusa in via Gobetti, dove i poliziotti sono riusciti a bloccare la vettura. A bordo si trovavano due uomini, entrambi di nazionalità romena. Dai primi accertamenti è emerso che uno dei due era gravato da un mandato di arresto europeo, emesso dal suo Paese di origine. Le verifiche hanno confermato che l’uomo doveva scontare una condanna a 3 anni e 7 mesi di reclusione in Romania per reati commessi in passato.
L’arresto è scattato immediatamente: dopo le formalità di rito, il ricercato è stato trasferito presso la casa di reclusione di Cuneo, in attesa delle procedure di consegna alle autorità romene. Il passeggero, che non risulta colpito da provvedimenti giudiziari, è stato identificato e rilasciato.
Non meno grave la situazione del conducente della Ford Fiesta. L’auto, infatti, è risultata priva della revisione periodica, una violazione reiterata che ha portato non solo al sequestro amministrativo del mezzo, ma anche alla revoca della patente di guida. A ciò si è aggiunto il fermo amministrativo fiscale, a conferma della serie di irregolarità legate al veicolo.
L’episodio avvenuto a Ferragosto ha destato scalpore tra i cittadini, che hanno assistito a una scena insolita per il centro urbano di Cuneo. L’inseguimento ha messo in evidenza, ancora una volta, come i controlli di routine possano trasformarsi in operazioni delicate, capaci di portare alla luce situazioni ben più gravi di quanto previsto inizialmente.
Il fatto che il ricercato circolasse liberamente in Italia, nonostante una condanna definitiva in patria, apre inoltre interrogativi sulla gestione dei flussi criminali internazionali e sulla capacità dei diversi sistemi giudiziari europei di comunicare con tempestività. La cooperazione giudiziaria europea, infatti, si fonda sullo strumento del mandato di arresto europeo, che permette di catturare e consegnare rapidamente i soggetti condannati o indagati. In questo caso, la prontezza della polizia cuneese ha permesso di assicurare l’uomo alla giustizia, evitando che rimanesse ancora in libertà.
Resta però l’amarezza di constatare come, troppo spesso, solo un episodio fortuito – un controllo stradale, un inseguimento scaturito da un mancato alt – consenta di intercettare soggetti con alle spalle pendenze giudiziarie gravi. Un tema che richiama inevitabilmente la necessità di rafforzare i meccanismi di prevenzione e scambio di informazioni a livello europeo, per impedire che l’Italia diventi rifugio di condannati in fuga.
Intanto, la vicenda di via Gobetti conferma la complessità del lavoro quotidiano delle forze dell’ordine: dietro una banale violazione del codice della strada si può celare un criminale ricercato a livello internazionale. In questo caso, la prontezza degli agenti ha impedito che un uomo già condannato potesse continuare a sfuggire alla giustizia.
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