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Cronaca
18 Agosto 2025 - 10:21
Monte Vaccarezza in fiamme da 36 ore: la pioggia è l'unica speranza (VIDEO)
Il Monte Vaccarezza brucia ormai da oltre 36 ore. Non è retorica, né un’esagerazione. A 2.203 metri di altitudine, sopra i comuni di Coassolo Torinese e Corio, nel cuore delle Valli di Lanzo, il fuoco avanza e non dà tregua. La situazione è critica, aggravata dal vento in quota che continua ad alimentare le fiamme e ad aprire nuovi fronti, sempre più difficili da contenere.
Nella mattinata di domenica 17 agosto, si era registrata una breve attenuazione, grazie alla riduzione del vento. Un’apparente tregua, durata poche ore. Poi, di nuovo, le raffiche — improvvise e potenti — che hanno riacceso i focolai e spinto il fronte del fuoco verso la cima del Vaccarezza, fin oltre il crinale, verso il versante nord-ovest, dove ora il bosco arde senza sosta.
I volontari dell’AIB (Antincendi Boschivi) sono in campo da giorni, senza pause. Alcuni di loro, raggiunti tramite canali diretti, raccontano di una situazione in continua evoluzione, con ore intere trascorse nel tentativo di contenere le lingue di fuoco, di tenere a bada un nemico che si muove veloce, nascosto tra erba secca, radici e sottobosco.
L’intervento è complesso anche per via della morfologia impervia del territorio. Le alte quote, i pendii ripidi, la scarsa accessibilità rendono difficilissimo il lavoro a terra. A peggiorare il tutto, le temperature elevate e la carenza di acqua in quota. In queste condizioni, ogni goccia, ogni minuto, ogni sacca di ossigeno conta. Le squadre sono pronte a riprendere le operazioni domattina, alle 6, nella speranza che la notte dia una tregua e che la pioggia promessa arrivi davvero.
Le previsioni meteo, fortunatamente, parlano chiaro: tra martedì e mercoledì sono attese precipitazioni anche significative, che potrebbero finalmente aiutare ad abbassare la temperatura e soffocare i focolai attivi. Ma fino ad allora, la battaglia è tutta affidata al lavoro umano. Uomini e donne che salgono a piedi, tra il fumo e il silenzio delle creste, con zaini, pale, soffiatori, e la sola forza della volontà.
Non è il primo incendio che devasta queste montagne. Il Monte Vaccarezza ha già conosciuto il fuoco, negli inverni e nelle estati passate. Ma quello di questi giorni è particolarmente violento. Il cambiamento climatico, l’assenza prolungata di piogge, la siccità profonda che ha seccato anche l’anima dei boschi: tutti elementi che creano un mix esplosivo. E basta poco, pochissimo, per innescare il disastro. Un mozzicone, una scintilla, un vetro dimenticato. Oppure un gesto volontario, che sarebbe ancora più imperdonabile.
Al momento nessuna abitazione risulta minacciata, ma la presenza costante di fumo nelle vallate sottostanti e la diffusione del fuoco lungo i versanti impervi destano forte preoccupazione. La priorità è evitare che l’incendio raggiunga aree più popolate, e intanto limitare i danni al patrimonio boschivo, alla fauna, alla biodiversità.
Anche i cittadini delle Valli di Lanzo, in queste ore, stanno mostrando solidarietà e attenzione: condivisione di aggiornamenti, supporto ai volontari, preghiere e gesti concreti. Perché quando brucia un monte, brucia un pezzo di casa, un pezzo di identità.
Le prossime ore saranno decisive. L’attesa della pioggia diventa una preghiera. E se questa arriverà davvero, sarà una vittoria non del caso, ma del lavoro duro, della tenacia di chi — ancora una volta — salva le montagne a mani nude.
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