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Cronaca
23 Maggio 2025 - 18:00
Monte Rosa, tragedia nel vuoto bianco: scialpinista precipita nel Canalone Marinelli, salvo il resto del gruppo (foto di repertorio)
Era partito all’alba insieme ad altri cinque scialpinisti, guidati da un professionista esperto della zona, ma la discesa da sogno lungo il Canalone Marinelli si è trasformata in un volo mortale. Lo hanno trovato così, riverso sul ghiaccio, dopo ore di ricerche disperate condotte tra pendenze vertiginose, nebbia e neve instabile, a quota 2.900 metri.
È morto lo scialpinista precipitato nella mattinata di venerdì 23 maggio lungo il canalone più impervio della parete Est del Monte Rosa, nel territorio di Macugnaga, sul versante piemontese del massiccio. L’uomo faceva parte di una comitiva composta da sei persone: una guida alpina, due alagnesi, un varesino, un monzese e un milanese.
Erano saliti fino alla Capanna Regina Margherita in elicottero, per poi iniziare la discesa con gli sci ai piedi lungo uno degli itinerari più celebri – e pericolosi – dell’arco alpino. A lanciare l’allarme è stata proprio la guida, che ha visto sparire il compagno nel nulla bianco, nel punto più critico del canalone, e ha immediatamente allertato i soccorsi.
Il primo sorvolo dell’elicottero partito da Borgosesia ha permesso di localizzare due escursionisti bloccati su un salto di roccia, recuperati al verricello e trasportati a Macugnaga. Il secondo sorvolo ha rivelato il corpo del disperso: ormai senza vita.
La salma è stata imbragata e portata a valle, consegnata alla polizia giudiziaria per gli accertamenti del caso. Intanto gli altri tre membri del gruppo, individuati in punti diversi del canalone, sono stati tratti in salvo illesi. Tutti risultano sotto choc.
A coordinare le operazioni sono stati il Soccorso Alpino della delegazione Valdossola, l’equipe medica di elisoccorso dell’Azienda Zero Piemonte e i militari della Guardia di Finanza.
Il Canalone Marinelli, intitolato proprio all’alpinista Damiano Marinelli morto nello stesso luogo nel 1881, è noto per la sua lunghezza, verticalità e difficoltà: un tratto di oltre 1.000 metri che parte dalla Punta Gnifetti e piomba nel vuoto della parete est. È considerato un itinerario di discesa, raramente affrontato in salita. In passato ha fatto registrare numerosi incidenti, molti dei quali mortali. Anche questa volta non ha perdonato.
Le condizioni ambientali erano complesse, con neve abbondante, rischio valanghe e meteo in peggioramento. Il gruppo, secondo i soccorritori, era attrezzato e ben guidato, ma in montagna basta un attimo: una lamina ghiacciata, una curva sbagliata, un’improvvisa perdita di aderenza.
L’incidente riapre il dibattito sulla sicurezza delle escursioni ad alta quota, sull’affidabilità degli accessi in elicottero, e sulla necessità di una valutazione costante del rischio anche in presenza di guide esperte. Per la comunità alpinistica è un altro colpo al cuore. Per i compagni dell’uomo, l’inizio di un dolore che sarà difficile da sciogliere. Sotto quella parete che abbaglia di luce e ghiaccio, ora resta il silenzio.
È morto lo scialpinista precipitato nella mattinata di venerdì 23 maggio lungo il canalone più impervio della parete Est del Monte Rosa, nel territorio di Macugnaga, sul versante piemontese del massiccio
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