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Cronaca
21 Marzo 2025 - 21:33
Erano fratelli, erano esperti sciatori, erano partiti insieme per un viaggio in heliski nel nord della Svezia. Non sono più tornati. La tragedia che ha colpito la famiglia Boer ha scosso profondamente la comunità della Val Pellice, nel Torinese, dove Mattia, 50 anni, e Daniele, 45 anni, erano nati e cresciuti. I due fratelli sono morti travolti da una valanga, nel corso di un’escursione di heliski sui monti Abisko, nella contea svedese di Norrbotten, a pochi chilometri dal confine con la Norvegia.
A dare l’allarme è stato il terzo fratello, Simone, 41 anni, anche lui presente al momento del distacco della valanga, ma uscito illeso. Era lui il più giovane dei tre, ed è stato lui a contattare i genitori, che vivono ancora a Torre Pellice, per informarli della tragedia che si è consumata a migliaia di chilometri di distanza, nel bianco e gelido nord dell’Europa.
Il gruppo, composto da cinque sciatori e una guida alpina internazionale, aveva raggiunto in elicottero un’area remota chiamata Karsavagge, zona rinomata tra gli amanti dell’heliski, uno sport estremo che prevede di essere trasportati in vetta in elicottero per poi scendere in neve fresca, in percorsi totalmente fuoripista. A fornire il trasporto era stato un elicottero della compagnia Kallax Fly. L’area, altamente suggestiva ma impervia, si trova a circa dieci chilometri dal villaggio di Abisko.
L’incidente è avvenuto poco dopo l’atterraggio dell’elicottero. Secondo le prime ricostruzioni, la valanga si è staccata mentre gli sciatori avevano già lasciato il velivolo, che a sua volta si è ribaltato nell’urto. La massa nevosa ha travolto sia i fratelli Boer sia la guida alpina. Quest’ultima è stata ritrovata in superficie. Mattia e Daniele, invece, sono stati trascinati e sepolti dalla neve.
I soccorsi, scattati subito dopo le 16 grazie alla segnalazione lanciata da Simone Boer, sono arrivati rapidamente, ma hanno dovuto affrontare condizioni molto difficili. Elitrasportati e con l’ausilio di motoslitte, i soccorritori hanno raggiunto la zona da Karsavagge e anche dalla vicina Norvegia, ma ogni tentativo di rianimazione dei due fratelli è stato vano. Le altre persone presenti, compreso Simone e la moglie di Mattia, sono riuscite a mettersi in salvo da sole, uscendo dalla neve.
Daniele Boer lavorava nello studio dentistico di famiglia a Torre Pellice, accanto al padre Silvio e al fratello Simone. Era conosciuto e stimato in città, non solo come professionista ma anche per la sua passione per la montagna. Mattia, invece, risiedeva stabilmente nella zona di Ginevra, in Svizzera, dove era impiegato in una società del settore immobiliare.
La notizia della loro morte ha suscitato sconcerto e dolore nella comunità locale. A darne per prima comunicazione è stata l’agenzia turistica Niehku Mountain Villas, punto di partenza della spedizione e resort alpino di lusso nella Lapponia svedese, specializzato in vacanze heliski. Proprio lì Simone Boer è rientrato dopo l'incidente, secondo quanto comunicato dalla Farnesina, che ha fatto sapere di essersi immediatamente attivata tramite l’ambasciata italiana in Svezia per garantire il supporto necessario ai familiari e avviare le pratiche per il rientro delle salme.
Sulla tragedia è stata aperta un’indagine. Il procuratore Jonas Fjellström coordina un’inchiesta per omicidio colposo e lesioni personali colpose, che prende in considerazione tutte le responsabilità, a partire dalla valutazione delle condizioni ambientali al momento del volo e del successivo atterraggio, fino alle procedure di sicurezza messe in atto dalla compagnia di volo e dalla guida.
A rendere ancora più drammatico questo giorno è la notizia che anche in Italia, proprio nelle stesse ore, una valanga si è staccata in Valle d’Aosta, nella zona del colle Teodulo. A essere travolta, una sciatrice piemontese che stava praticando fuoripista verso il Furggen, a oltre 3.000 metri di quota, a Cervinia. La donna è rimasta parzialmente sepolta, ma è riuscita a salvarsi.
La montagna, ancora una volta, ha chiesto il suo tributo di vite. Quello che per molti è sinonimo di libertà e passione estrema, in pochi secondi può trasformarsi in una trappola fatale. A piangere oggi non è solo una famiglia della Val Pellice, ma un’intera comunità che si stringe intorno ai genitori, ai fratelli, agli amici di Mattia e Daniele Boer, vittime di una passione che li ha accompagnati per tutta la vita.
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