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Cronaca

Torino, violenza in carcere: cinque agenti aggrediti, due in gravi condizioni

L’ennesima aggressione ai danni della Polizia Penitenziaria nella Casa Circondariale Lorusso e Cotugno riaccende l’allarme sicurezza nelle carceri italiane

Torino

Torino, violenza in carcere: cinque agenti aggrediti, due in gravi condizioni (foto di repertorio)

Ancora un episodio di violenza inaudita all’interno del carcere Lorusso e Cotugno, il più complesso d’Italia. L’8 marzo 2025, cinque agenti di Polizia Penitenziaria sono stati brutalmente aggrediti da un detenuto, in un attacco che ha rischiato di trasformarsi in una tragedia. Due di loro versano in condizioni gravissime: uno dovrà sottoporsi a un intervento chirurgico d’urgenza per un’ernia inguinale bilaterale, mentre l’altro ha riportato una microfrattura al costato sinistro, compromettendo la sua capacità respiratoria e costringendolo a una lunga convalescenza. Tutti gli agenti feriti sono stati trasportati d’urgenza all’ospedale Martini di Torino per le cure necessarie.

Questa aggressione rappresenta il settimo episodio di violenza contro gli agenti dall’inizio dell’anno, con un totale di 11 poliziotti penitenziari feriti in appena due mesi e mezzo. Una situazione che sta assumendo i contorni di una vera emergenza e che, secondo l’OSAPP, non può più essere ignorata. Il carcere torinese ospita attualmente 1.432 detenuti, a fronte di una capienza regolamentare di 1.023 posti, un sovraffollamento che aggrava il già delicato equilibrio dell’istituto e mette ulteriormente a rischio la sicurezza del personale.

L’Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria (OSAPP), attraverso il suo segretario generale Leo Beneduci, denuncia il totale abbandono degli agenti da parte del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (D.A.P.), accusato di non fornire risorse adeguate per far fronte a una situazione ormai fuori controllo.

Le richieste di rinforzi e di supporto operativo sono rimaste inascoltate, mentre il personale è costretto a turni massacranti di 15-20 ore al giorno, sia nei reparti detentivi che nelle operazioni di traduzione e piantonamento. La situazione è diventata insostenibile, e il sindacato esige risposte immediate da parte delle istituzioni.

L’OSAPP ha lanciato un appello diretto al Ministro della Giustizia Carlo Nordio e alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, esortandoli a intervenire con misure concrete e tempestive per garantire la sicurezza degli agenti penitenziari. Tra le proposte avanzate, l’invio immediato di personale specializzato del Gruppo Operativo Mobile (G.O.M.), capace di gestire situazioni ad alto rischio, e l’implementazione di strategie efficaci per ridurre il sovraffollamento e migliorare le condizioni di lavoro all’interno delle carceri.

L’indignazione tra gli agenti cresce di giorno in giorno: il malcontento ha raggiunto livelli di esasperazione, e il timore è che, senza un intervento deciso, episodi simili possano ripetersi con conseguenze ancora più drammatiche. La Polizia Penitenziaria chiede rispetto, tutele e azioni immediate, stanca di slogan vuoti e promesse mai mantenute. La sicurezza nelle carceri italiane non può più essere considerata un problema secondario: è necessario un cambio di rotta, prima che la situazione precipiti ulteriormente.

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