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Carceri: distacchi pilotati e favoritismi a Torino?

Agenti trasferiti dal carcere per adulti “Lorusso e Cutugno” al minorile “Ferrante Aporti” nonostante il sotto organico e l’emergenza sicurezza. L’OSAPP denuncia: criteri opachi, logiche clientelari e rischi per la sicurezza. Il sindacato chiede l’intervento del ministro Nordio e del sottosegretario Ostellari

Carceri: distacchi pilotati e favoritismi a Torino?

L’OSAPP (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria) torna a denunciare quello che ormai sembra essere diventato un sistema consolidato di trasferimenti pilotati all’interno dell’amministrazione penitenziaria. Il segretario generale Leo Beneduci punta il dito contro l’ennesima operazione di distacco di agenti dalla Casa Circondariale "Lorusso e Cutugno" di Torino verso il carcere minorile "Ferrante Aporti", un trasferimento che, secondo il sindacalista, non solo appare ingiustificato, ma rischia di compromettere gravemente la sicurezza del penitenziario per adulti.

La situazione nelle carceri italiane è da tempo al collasso, ma nel carcere torinese il problema assume contorni ancora più drammatici. La struttura, già gravata da una carenza di circa 200 unità, si trova ora a dover sopportare ulteriori tagli al personale, mentre al Ferrante Aporti continuano ad arrivare nuovi agenti formati dall’ultimo corso. La domanda, dunque, sorge spontanea: perché continuare a sottrarre personale da un istituto in sofferenza per inviarlo altrove, quando quest’ultimo non sembra nemmeno avere la necessità impellente di rinforzi?

L’OSAPP non usa mezzi termini e parla apertamente di un sistema privo di trasparenza, in cui i criteri di selezione degli agenti distaccati sembrano sfuggire a qualsiasi logica di equità e imparzialità. Beneduci esprime forti dubbi sulla regolarità di queste assegnazioni, arrivando a ipotizzare che dietro tali scelte possano nascondersi favoritismi e interessi di altra natura. Una pratica che, se confermata, getterebbe ulteriori ombre sulla gestione del sistema carcerario italiano.

Il rischio concreto, secondo il sindacato, è che a pagare il prezzo di queste manovre poco chiare siano non solo gli agenti lasciati in prima linea in un carcere sempre più sotto organico e in balia delle violenze quotidiane, ma anche l’intero sistema di sicurezza pubblica. Il "Lorusso e Cutugno" è infatti uno degli istituti più problematici del Paese, con aggressioni agli agenti, risse tra detenuti e atti di autolesionismo all’ordine del giorno. Ridurre ulteriormente il personale operativo significa aumentare il rischio di episodi critici e mettere ancora più in difficoltà chi è chiamato a garantire l’ordine e la sicurezza all’interno della struttura.

Per il segretario generale dell’OSAPP, il problema non è solo organizzativo, ma etico e politico. "Queste gestioni arbitrarie – afferma – non solo danneggiano il servizio e i lavoratori, ma costituiscono un insulto al buon senso e un atto di grave negligenza nei confronti della sicurezza collettiva". Per questo, il sindacato chiede l’intervento immediato del Ministro della Giustizia Carlo Nordio e del Sottosegretario Andrea Ostellari, affinché venga fatta piena luce su questi trasferimenti e si metta fine a un meccanismo che appare sempre più come un sistema clientelare mascherato da gestione del personale.

Oltre all’azione politica, l’OSAPP si appella anche alle autorità competenti affinché vengano effettuate verifiche approfondite sulle responsabilità di chi ha deciso questi distacchi. Se emergessero irregolarità, sostiene il sindacato, sarebbe necessario procedere con gli opportuni accertamenti e, se del caso, con azioni disciplinari o giudiziarie.

carcere torino

L’ennesimo caso di gestione discutibile delle carceri italiane solleva interrogativi sempre più pressanti su un sistema che, invece di rafforzare la sicurezza degli istituti, sembra concentrarsi su operazioni di spostamenti strategici di personale senza alcuna logica apparente. Un copione già visto troppe volte, in cui a rimetterci sono sempre gli stessi: gli agenti, costretti a lavorare in condizioni impossibili, e la sicurezza pubblica, sacrificata sull’altare di giochi di potere che nulla hanno a che fare con la tutela della collettività.

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