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Cronaca

Cantiere “fai da te” a Ciriè: imprenditore nei guai

Sequestrato il cantiere domestico di un imprenditore. Dipendenti distolti dalle loro mansioni per tinteggiare la sua abitazione. Intervengono i carabinieri e lo Spresal.

Cantiere “fai da te” a Ciriè: imprenditore nei guai

Un caso che mescola imprudenza e presunte giustificazioni legate alla crisi economica ha tenuto banco negli ultimi giorni a Ciriè, portando alla luce un cantiere domestico che, più che un’opera di manutenzione, sembra essersi trasformato in un esempio da manuale di ciò che non dovrebbe accadere. I protagonisti? Un imprenditore locale, alcuni suoi dipendenti sottratti al loro consueto impiego e una serie di irregolarità che hanno richiesto l'intervento sia dei carabinieri sia dei tecnici dello Spresal dell’Asl To4.

Tutto è iniziato quando una pattuglia dei carabinieri di Ciriè ha notato un trabattello fatiscente accompagnato da quattro latte di vernice e altrettanti lavoratori impegnati in opere di tinteggiatura. Un'immagine che, a un occhio allenato come quello dei militari, ha subito fatto scattare l'allarme. Pur non essendo specificamente ispettori del lavoro, i carabinieri conoscono bene le normative in materia di sicurezza e, nel solco della loro attività di prevenzione e controllo, hanno deciso di approfondire. Da lì, la chiamata ai tecnici dello Spresal è stata quasi inevitabile. L’ispezione ha confermato l’iniziale intuizione dei militari: il cantiere non rispettava nemmeno i requisiti minimi di sicurezza previsti dal Testo unico sulla sicurezza sul lavoro (art. 122). Risultato? Sequestro immediato dell'area e denuncia per l’imprenditore responsabile.

carabinieri

Ma la vicenda non si ferma qui. Scavando un po’ più a fondo, i carabinieri hanno scoperto un dettaglio ancor più inquietante: i quattro operai impiegati in quei lavori non erano altro che dipendenti dell’imprenditore, regolarmente assunti per altre mansioni nella sua attività situata nella zona industriale di Ciriè. Tuttavia, vista la scarsità di commesse, l’uomo aveva pensato di "occupare" le maestranze nel cantiere di casa sua. Una scelta che non solo solleva seri dubbi di regolarità, ma che potrebbe configurarsi anche come un abuso di potere da parte del datore di lavoro. Il tutto, naturalmente, sarà oggetto di ulteriori verifiche da parte dello Spresal.

Messo alle strette, l’imprenditore avrebbe ammesso l’irregolarità, giustificandosi con le difficoltà economiche legate alla crisi del suo settore. Secondo quanto riferito, avrebbe dichiarato che, a causa della contrazione del mercato, alcuni dei suoi dipendenti erano praticamente inattivi. Da qui l’idea – a suo dire “pragmatica” – di sfruttare quelle ore per lavori di manutenzione nella propria abitazione. Una decisione che, seppur comprensibile alla luce del contesto economico, non trova alcuna giustificazione legale. “Occuparli in una maniera utile” – come avrebbe detto ai carabinieri – si scontra con i principi basilari della sicurezza e del diritto del lavoro.

L’uomo, ad oggi, avrebbe già iniziato a ottemperare alle prescrizioni imposte dai tecnici dello Spresal e avrebbe pagato una parte delle sanzioni, per un importo complessivo vicino ai 6.000 euro. Tuttavia, il procedimento rimane aperto, e ulteriori accertamenti potrebbero portare a nuove conseguenze.

Questo episodio non è il primo che vede coinvolti i carabinieri di Ciriè in situazioni di sicurezza sui luoghi di lavoro. Recentemente, durante un’altra operazione, si erano imbattuti in un ex sito produttivo dismesso, trasformato in una vera e propria bomba ecologica. Anche in quel caso, l’intervento delle autorità aveva portato alla bonifica dell’area da parte dei proprietari.

Questa vicenda pone l’accento su due temi di fondamentale importanza: la sicurezza nei cantieri e l’uso improprio della forza lavoro. Se da un lato la crisi economica può spingere alcuni imprenditori a decisioni discutibili, dall’altro non si possono ignorare le normative che tutelano la salute e la sicurezza dei lavoratori. Un episodio che, per quanto circoscritto, solleva interrogativi su quanto sia ancora diffuso un approccio “fai da te” ai lavori domestici, spesso sottovalutandone i rischi. Una lezione che, si spera, possa servire a prevenire episodi simili in futuro.

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