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Asl To4
15 Novembre 2024 - 16:28
Giovanni voleva fare le analisi del sangue. Prenotazione in mano, si presenta al centro prelievi di via Natalia Ginzburg 7 a Ivrea. Tutto sembra regolare, fino a quando allo sportello arriva la doccia fredda: “Ci spiace, il sistema informatico è in tilt. Torni un altro giorno…”.
Può capitare, pensa Giovanni. Torna il giovedì successivo, deciso a risolvere la questione. Ma la storia si ripete: “Ci spiace, il sistema informatico è in tilt. Torni un altro giorno…”. Questa volta, però, la pazienza finisce: “E no, allora lo fate apposta!” sbotta Giovanni, esasperato. Ma lo sfogo non cambia la situazione.
Dalla direzione generale dell’Asl To4 arrivano le scuse. “Il sistema è andato in tilt proprio in quelle due mattinate, e il problema ha riguardato esclusivamente il centro prelievi. Era da anni che non capitava”, spiegano.
La colpa? Server, algoritmi e il sistema informatico TrakCare, adottato dall’azienda sanitaria per “ottimizzare i flussi informativi”.
Ma davvero ottimizza? L’episodio solleva interrogativi più ampi sull’affidabilità di questi sistemi. TrakCare, infatti, non è nuovo a polemiche. Un caso eclatante si è verificato nel 2023 a Verona, dove lentezze e malfunzionamenti hanno spinto i sindacati a denunciare che tali problemi “aumentano i rischi clinici per i pazienti”.
Nonostante gli interventi correttivi, i disagi hanno portato alla dichiarazione dello stato di agitazione.
E mentre Giovanni, come tanti altri cittadini di tutta l'Asl, Chivasso, Settimo Torinese, Ciriè Volpiano, è costretto a rimandare analisi importanti, l’Asl To4 assicura che “la situazione è sotto controllo”.
Ma sarà davvero così? O è l’ennesima promessa che si perderà nei meandri dei server?
A Ivrea, però, il problema non finisce qui. Il laboratorio analisi dell’ospedale è stato quasi smantellato, lasciando solo ciò che serve per le esigenze del reparto. Le provette con il sangue? Direzione Ciriè. Le urine? Tutte a Chivasso.
Un bel giro turistico, no? E non parliamo di corrieri super veloci, ma di auto che caricano i campioni alle 10 del mattino e, se gli dèi del traffico sono clementi, arrivano dopo 50 km di strade provinciali intorno alle 11. Sempre che tutto vada bene, incidenti e cantieri permettendo.
Morale? Il tempo corre, e con lui anche le speranze di ottenere risultati precisi entro il pomeriggio. Certo, una risposta arriverà pure, ma chi garantisce che sia perfetta dopo questo tour de force? Nessuno, ovviamente.
Alle lamentele di cittadini e medici, che ormai si diffondono come un tam-tam in città, cosa risponde l’Asl? Che è una questione di risparmi. Ma porca paletta, risparmi proprio su questo?
Un medico racconta un episodio emblematico: “L'altro giorno avevo davanti un paziente che, a mio avviso, stava per andare in coma. Confusione, agitazione, difficoltà a rispondere agli stimoli, respiro irregolare. Insomma: grave. Telefono in ospedale e mi dicono che, se tutto va bene, per il pomeriggio avrei avuto solo i risultati ufficiosi dell’emocromo…”.
Cose da non credere. Il termine tecnico? “Carne di porco”, come direbbe qualcuno con saggezza popolare.
Ciliegina sulla torta? L’utenza dell’ospedale di Ivrea non è certo ridotta: parliamo di 180 mila persone, senza contare la bassa Valle d’Aosta, che dipende proprio da Ivrea per i servizi sanitari. Eppure, il degrado continua, come se nulla fosse.
Ma c’è un dubbio che serpeggia sempre più forte: che tutto questo bailamme faccia comodo a qualcuno. Un nome? Antonio Alfano, direttore della struttura complessa, che guarda caso è proprio di Ciriè. Coincidenze? Ovviamente sì, come sempre.
E poi c’è il capitolo politico. Una tirata d’orecchie al primo cittadino di Ivrea, Matteo Chiantore.
Come presidente della conferenza dei sindaci dell’Asl To4, dovrebbe raccogliere e rappresentare i problemi del territorio.
E invece? Nulla.
“Torni un altro giorno…” anche qui, pare.
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